E come non parlare, nel nostro abituale commento, del caso Volkswagen? In molti hanno già scritto che lo scandalo potrà avere un riflesso negativo su tutto il mercato dell’auto. Certamente le dimensioni, per altro non ancora completamente accertate, della truffa ai danni dei consumatori colpisce al cuore la credibilità del prodotto auto. Ma come temeva la stessa Cancelliera tedesca Angela Merkel, colpisce l’intero sistema produttivo della Germania. È indubbio infatti che non solo una persona può essere ritenuta responsabile di un inganno che continua da anni, che richiede conoscenze e tecnologie che sono frutto del lavoro di molti, che è attuato su diversi marchi del gruppo.
Verrebbe da dire che tutta la credibilità della lotta alla contraffazione ne risentirà. Già i consumatori si dimostrano disposti, lo confermano tutte le indagini di mercato, ad acquistare prodotti di qualità inferiore pur di risparmiare. Sanno che talune merci provenienti dall’Estremo Oriente non possono offrire le garanzie dei controlli effettuati nei Paesi occidentali. Se anche in Germania ‘barano’ sulla qualità (e lo fanno scientemente e in forma tecnologicamente avanzata) come faranno i consumatori a fidarsi? Perché non dovrebbero scegliere la strada del risparmio, visto che quella della certificazione è altrettanto esposta a rischi?
Rispondere a questi quesiti è fondamentale. La fiducia va conquistata, e difesa, con un rigore non occasionale dettato dalle leggi dei mass media, ma costruito a partire dal basso. Non è un caso che lo scandalo scoppia per i controlli effettuati da una delle grandi associazioni dei consumatori a stelle e strisce. In Italia di associazioni ce ne sono tante, ma ….