Chi guardava alla Cina come ad una straordinaria occasione di espansione per il mercato del lusso e di capi e accessori firmati, non si è sbagliato, malgrado il rallentamento dei consumi anche in quell’immenso Paese. Ma verrebbe da dire che non ha fatto i conti con l’oste. Perchè sì, i cinesi sono pronti a comprare i prodotti dell’alta moda (francese o italiana che sia), ma sono anche pronti a tutta l’alta moda. Ecco allora che alcuni marchi sono stati acquistati del tutto o in parte da imprenditori cinesi: in Italia questo è accaduto a Krizia o Francesco Scognamiglio.
Non si tratta però solo di una questione economica: l’universo cinese sta anche sfornando idee e artisti che stanno radicandosi nella moda internazionale. Vogue Italia ha dedicato il numero di giugno 2015 alla Cina; il Metropolitan Museum of Art (MET) di New York ha ospitato la mostra “China: Through the Looking Glass”; il London College of Fashion ha pubblicato il libro “Fashion China” sui 41 stilisti cinesi che ritiene più promettenti. È importante notare che i nuovi stilisti si vanno affermando riproponendo ciascuno una propria interpretazione personale dello stile tradizionale cinese: Wang Yiyang ha disegnato una collezione ispirata ai dodici segni dell’oroscopo cinese; lo stilista Laurence Xu realizza abiti di alta moda in rosso e verde come nella tradizione del costume cinese.
Ecco perché dovremo imparare a copiare dai cinesi: perché, e questo valga soprattutto per il nostro gusto italiano, la lezione che ereditiamo dalla nostra tradizione è un marchio distintivo, la ragione di un Made in Italy che nella sua natura è la nostra massima ricchezza.