In occasione dell’8 marzo Giornata internazionale della donna, Cia Veneto ha lanciato un appello
“L’apporto femminile al mondo del lavoro, in particolare nei ruoli di leadership – si legge nel testo diffuso da “Donne in Campo – Cia Veneto” – come dimostrato da molti studi, ha un impatto significativo sullo sviluppo economico e sociale di un Paese. Ecco perché occorre incoraggiare e promuovere le donne in incarichi decisionali, nelle aziende, nei corpi intermedi e nella politica a tutti i livelli, garantendo, per le pari opportunità, tempi e modi di partecipazione sostenibili in relazione agli impegni e ai carichi sia lavorativi sia familiari.
Con questo obiettivo, Donne in Campo-Cia Veneto invita tutti a sottoscrivere il “Manifesto delle donne per la Terra” (al link https://www.donneincampo.it/manifesto). Una Carta dei valori, ma anche un Documento programmatico, per costruire un’alleanza “fortissima” tra le donne di tutto il mondo “per la vita, l’ambiente, la pace, per costruire un mondo migliore”. Perché oggi, dopo una pandemia globale e con le sfide in atto, da quelle geopolitiche a quelle climatiche, “le donne devono essere là dove si decide. ? un’occasione storica e una grande battaglia per la governance”. Per tutto questo, come recita il Manifesto, “le donne impegnate in agricoltura vogliono far sentire la propria voce, insieme a quella di tutte le altre”.
In Veneto le imprese agricole femminili sono 14.111, il 22,8% del totale di quelle iscritte nei registri delle Camere di Commercio provinciali (complessivamente, le aziende agricole nella nostra Regione sono 61.844).
«Sebbene l’agricoltura, rispetto ad altri settori, mostri aspetti di minore disparità tra i generi, tanto resta ancora da fare – sottolinea Michela Brogliato, presidente di Donne in Campo – Cia Veneto – Va ricordato che alle agricoltrici, come a tutte le lavoratrici autonome, viene riconosciuta solo la maternità obbligatoria della durata di cinque mesi, con un’indennità economica insufficiente a coprire le spese di una sostituzione in azienda. Senza dimenticare che il lavoro agricolo non è considerato un’attività usurante».