In un quadro generale di crescita, si nota una diversificazione degli sbocchi oltre i confini Ue
Un’elaborazione su dati Istat Coeweb relativi ai settori dell’agricoltura e dei prodotti alimentari rileva che nei primi sei mesi del 2020 l’export Food&Beverage italiano è stato pari a oltre 22 miliardi di euro, in crescita del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Interessanti sono le valutazioni sulla provenienza regionale e sulla destinazione del prodotti esportati. In vetta alla classifica delle regioni che maggiormente hanno contribuito al successo dell’export Made in Italy del primo semestre 2020 troviamo l’Emilia-Romagna, con oltre 4 miliardi di euro. A seguire in questa virtuale competizione si colloca il Veneto che con i suoi 3,43 miliardi è di un soffio davanti alla Lombardia che ha totalizzato 3,42 miliardi.
Non lontana viene la regione Piemonte che arriva a sfiorare i 3 miliardi, mentre ben più distanziate sono la Campania, di poco sotto i 2 miliardi di euro. Le altre due regioni che superano il valore di un miliardo in esportazioni sono la Toscana (1,26) e il Trentino-Alto Adige (1,16).
Per quanto riguarda i maggiori mercati di destinazione, si segnalano in maggior crescita il Giappone con +16,9%, la Cina, +13,7% e l’Oceania a +8%. Bene anche mercati storici come la Germania +6,7%, la Svizzera a +5,7% e gli Stati Uniti e la Francia, appaiati ad un +4,2%.
Altro dato interessante, le esportazioni si dirigono complessivamente in percentuale abbastanza equilibrata verso l’Europa e i mercati extraeuropei, segno che negli ultimi anni le aziende Made in Italy si sono focalizzate sullo sviluppo dei mercati emergenti. In particolare, nel primo semestre di quest’anno l’export verso la Ue-27 (senza il Regno Unito) ha sfiorato i 12,5 miliardi di euro, mentre quello verso il resto del mondo ha contabilizzato più di 9,6 miliardi.