Aziende delle colline pisane guidate da giovani hanno salvaguardato le tipologie rare di ciliegie
Ora sono 1653, i prodotti agricoli italiani, salvaguardati in sede comunitaria: la Commissione Europea ha infatti approvato la “Ciliegia di Lari” come nuova Indicazione Geografica Protetta (IGP). Assommando Dop e Igp, la Toscana annovera ben 32 prodotti certificati in sede europea nel comparto vino e cibo e si conferma la prima regione italiana in quest’ambito. Con questo nuovo riconoscimento la ‘Ciliegia di Lari Igp’ è la numero 146 delle Igp italiane nel comparto Cibo e la numero 324 nel totale delle Indicazioni Geografiche agroalimentari dell’Italia.
Tale frutto riconoscibile per la naturale dolcezza è prodotto nei comuni di Casciana Terme-Lari, Terricciola e Crespina-Lorenzana, in Toscana. La coltivazione della “Ciliegia di Lari” affonda antiche radici nel territorio delle colline pisane e l’esperienza degli agricoltori del luogo, acquisita di generazione in generazione con specifiche tecniche colturali, ha determinato le condizioni, affinché si consolidasse nel tempo, fino a costituire anche un patrimonio storico-tradizionale e culturale per il territorio.
Per il presidente della Regione Eugenio Giani: «È un successo per le produzioni agroalimentari della Toscana e un riconoscimento meritatissimo per questa speciale qualità di frutto, il più atteso della primavera tra le nostre coltivazioni toscane e abbastanza precoce nel panorama nazionale. Questo riconoscimento si deve all’impegno dell’Associazione dei produttori della ciliegia di Lari, che tra gli associati ha molte aziende guidate da giovani, e che è stato supportato dalla Regione negli anni».
Nell’iter per ottenere la certificazione dell’Indicazione Geografica Protetta, garantendo origine e qualità, i coltivatori della Toscana hanno fatto la differenza, spiega la vicepresidente Stefania Saccardi, assessore all’agricoltura: «Il disciplinare di produzione prevede un’ampia varietà di ciliegie: i produttori hanno inserito, accanto a varietà di ciliegie di tipologia più commerciale, produzioni più antiche, particolarmente profumate e aromatiche, seppur più delicate. Con questo riconoscimento si dà atto all’impegno dei nostri territori per una coltivazione che altrove è residuale e che un tempo era ancor più estesa della zona di Lari e Casciana Terme».