Confagricoltura chiede all’Europa di rivedere l’ipotesi fatta prima dello scoppio della pandemia
L’Europa ha bisogno ora più che mai di un piano strategico di rilancio del sistema agroalimentare, perché la pandemia ha rivoluzionato tutti gli scenari. È il messaggio che lancia il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «La proposta attualmente sul tavolo del Consiglio Europeo, che prevede un taglio del 12% dei fondi destinati all’agricoltura, fa riferimento ad uno scenario profondamente cambiato: oggi l’emergenza sanitaria ha dimostrato che la produzione agroalimentare è un bene pubblico da tutelare e valorizzare».
Secondo il presidente: «la Politica agricola comune non può più essere un sistema di regole per la redistribuzione tra gli Stati delle risorse finanziarie dell’Unione, ma deve diventare uno strumento per rafforzare la sovranità alimentare. I mercati devono restare aperti al commercio e al tempo stesso, però, occorre potenziare la produzione di beni essenziali, rafforzando il sistema agroalimentare in Italia e nella Ue. Se puntiamo su innovazioni tecnologiche, competenze e capacità imprenditoriali, l’aumento della produzione può garantire la sostenibilità ambientale e una maggiore protezione delle risorse naturali».
Frattanto, l’allentamento del lockdown nell’ultima settimana di aprile ha immediatamente fatto registrare dei segnali di ripresa sul mercato agroalimentare all’ingrosso di Milano. Nella settimana tra il 20 e il 26 aprile, gli accessi al Mercato hanno subito un notevole aumento pari a +17% rispetto alla settimana precedente. Continuano a risalire anche i numeri del Mercato Ittico in termini di fatturato: con quantitativi commercializzati pari al +12%. L’aumento è dovuto principalmente agli ambulanti e ai commercianti all’ingrosso, rispettivamente con variazioni del +28% e del +20%. Sul fronte dei prodotti ortofrutticoli non si registrano, mediamente, variazioni dei prezzi particolarmente significativi. Nel comparto frutta, significativa la variazione del prezzo delle fragole che, in virtù di una produzione particolarmente abbondante, sono calate del -14%.