L’Onu, nella terza riunione sulle malattie non trasmissibili il prossimo 27 settembre, potrebbe assumere un indirizzo volto a scoraggiare il consumo dei prodotti che contengono zuccheri, grassi e sale includendo tra questi anche l’olio d’oliva extravergine, il Parmigiano reggiano, il Grana padano, prosciutto e persino il vino.
È l’allarme lanciato da Coldiretti secondo la quale per queste eccellenze della dieta mediterranea sarebbe possibile prevedere una etichetta sulle confezioni per scoraggiarne il consumo in quanto dannosi per la salute. Secondo quanto sostiene Coldiretti, alla base dell’orientamento dellOnu ci sarebbero le valutazioni espresse in Gran Bretagna ed in Francia, Paesi che hanno dato vita ad un sistema di etichettatura ‘a semaforo’: per quanto i due sistemi siano tra loro diversi, in entrambe i casi questi prodotti hanno una valutazione negativa, a differenza delle bibite gasate o dei formaggi magri delle grandi multinazionali.
Alla base dell’orientamento dell’Onu sarebbero le valutazioni dei semafori anglo-francesi
«Con l’inganno delle etichette a semaforo – afferma il presidente di Coldiretti Venezia Andrea Colla – si rischia di sostenere, attraverso un approccio semplicistico, modelli alimentari sbagliati che mettono in pericolo, non solo la salute dei cittadini italiani ed europei ma anche un sistema produttivo di qualità che si è affermato pure grazie ai riconoscimenti dell’Unione Europea».
«Sotto il pressing di poche multinazionali – accusa il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo – alle nazioni Unite si cerca di affermare un modello alimentare fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle nostre tavole, per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. Le distorsioni provocate dal sistema di informazione visiva, adottato con formule diverse in Gran Bretagna e Francia, è solo il punto di partenza dell’iniziativa dell’Onu che sta addirittura teorizzando appositi sistemi di tassazione per colpire i prodotti della dieta mediterranea, garanzia di benessere e longevità».