Secondo una stima provvisoria fatta da Coldiretti, in gennaio l’andamento delle esportazioni agroalimentari italiane negli Usa hanno fatto registrare una diminuzione pari al -1,4%. Si tratta di un segnale allarmante se posto in relazione alla recente decisione di Trump di imporre dazi doganali sull’acciaio e l’alluminio importati dagli Stati Uniti, allo scontro che questo ha aperto con l’Europa ed in generale alla politica protezionistica che il Presidente americano sta effettivamente concretizzando sul piano internazionale.
Questo primo segnale di flessione del nostro export verso oltreoceano è certamente preoccupante visto che, come sottolinea Coldiretti : “gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale mercato di riferimento per il Made in Italy fuori dall’Unione europea con un impatto rilevante anche per l’agroalimentare». Sarebbero in gioco vendite che valgono oltre 4 miliardi di euro e che per alcuni prodotti raggiungono cifre molto importanti per l’olio, i formaggi, la pasta e soprattutto per il vino che, malgrado il sorpasso lo scorso anno da parte della Francia, ha visto le esportazioni verso gli Usa sono cresciute di oltre il 20% in quattro anni.
Una guerra commerciale USA-UE potrebbe mettere a rischio l’obiettivo 50 miliardi di export
Difficile attribuire per ora quest’accenno di difficoltà del nostro export allo slogan “America First”, ma è indubbio che già la politica monetaria a “Stelle e strisce” con un dollaro debole ed un euro più forte ha contribuito a rendere meno remunerativa la vendita dei prodotti agroalimentari italiani negli USA.
L’imposizione di dazi su alcuni nostri prodotti, sottolinea Coldiretti, potrebbe essere più pesante e una guerra commerciale Usa-Ue, potrebbe trascinare nella battaglia anche altri nostri importanti “clienti”. Il danno a quel punto sarebbe ancora più forte. Il traguardo dei 50 miliardi di prodotti agroalimentari esportati in tutto il mondo nel 2020, ritenuto più che fattibile fino a poche settimane fa, si trasformerebbe in un miraggio dorato.