“L’estensione dell’obbligo di etichettatura di origine, già previsto in tutta Europa per la carne bovina, ad altre carni (maiale, pollame, agnello e capra) è un primo passo importante; va però al più presto esteso anche alle carni e al latte utilizzati in alimenti trasformati, come prosciutti, salami e formaggi dove più spesso si verifica l’inganno del falso Made in Italy”. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento all’adozione, con maggioranza qualificata, da parte del Parlamento Europeo, del regolamento sulle informazioni alimentari ai consumatori. In Italia – ha denunciato Marini – la metà delle mozzarelle e tre prosciutti su quattro sono ottenuti da latte e carne di animali allevati all’estero senza alcuna informazione per il consumatore. Per questo – ha continuato Marini – l’obbligo di indicazione di origine deve essere esteso oltre che alla carne di coniglio e al latte ora esclusi, anche per il latte e la carne utilizzati negli alimenti trasformati, per i quali è stato invece concordato di posticiparne di tre anni l’eventuale applicazione, in attesa di una valutazione d’impatto da parte della Commissione. Sulla base del regolamento, alla Commissione europea spetta ora infatti il compito – ha continuato la Coldiretti – di esaminare l’opportunità di estendere un sistema di etichettatura obbligatoria alle seguenti categorie di alimenti: latte, latte impiegato come ingrediente, carne utilizzata come ingrediente, alimenti non trasformati, alimenti mono-ingrediente e ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento.
Oggi l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta è in vigore per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l’etichetta – ha concluso la Coldiretti – resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.