Se è ben vero che i distretti economici, tra il 2008 ed il 2017, hanno visto in generale una crescita dei fatturati del +13%, rispetto al +8,7% delle aree non distrettuali, il gradino più alto del podio è stato ampiamente conquistato da quelli agroalimentari che hanno visto una crescita ancora maggiore, pari al +29,2%. Merito della messa a sistema di know-how e della forza commerciale delle produzioni Dop e Igp italiane: infatti all’interno dei distretti il 72% delle aziende appartiene a un’area a indicazione geografica.
Il decimo “Rapporto annuale sull’economia e finanza dei distretti industriali” di Intesa San Paolo, relativo al 2017, colloca due distretti del vino tra i sei migliori in assoluto: al primo posto c’è quello dell’occhialeria di Belluno seguito da quello della gomma del Sebino Bergamasco; subito dopo si trova il distretto del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene e, dopo quello dei salumi di Parma, si trovano i vini del veronese.
Anche per il prossimo biennio le prospettive di crescita sono positive
Analizzando la filiere agroalimentari, dal rapporto emerge che quella più performante in termini di aumento di fatturato, in percentuale, è quella dell’olio (+36,3% tra il 2008 ed il 2016), seguita da conserve (+33,2%), pasta e dolci (+31,2%), lattiero-caseario (+29,1%), vino (+26,3%), carne (+24,2%), agricoltura e pesca (+17,9%).
Secondo la ricerca di Intesa San Paolo, le prospettive sono positive anche per il biennio 2018-2019, per il quale, “è prevista un’accelerazione della crescita (+5,8% cumulato), trainata nuovamente dai mercati esteri, in presenza di una domanda interna che rimane sostenuta, con un maggior ruolo per i beni di investimento. Tra gli aspetti più interessanti, la buona diffusione di imprese femminili, pari al 23% del totale, e la presenza di imprese giovanili, soprattutto nel Mezzogiorno, altamente dinamiche e in grado di garantire un ricambio generazionale.