Enoteca Italiana, l’ente nazionale vini, ha avviato a Shangai un progetto di formazione e promozione delle eccellenze enologiche del nostro Paese, a cominciare da quelle toscane: Vernaccia di San Gimignano Docg, Chianti Docg, Chianti Colli Senesi, Rosso di Montalcino Doc, Rosso di Montepulciano Doc, Chianti Classico Docg, Chianti Classico Riserva Docg, Vino Nobile di Montepulciano Docg e Brunello di Montalcino Docg.
Il progetto, che va sotto il titolo”Contaminazione tra cibo cinese e vino italiano”, ha preso avvio a luglio e si protrarrà fino a dicembre quando i ristoranti cinesi di lusso che sono stati fin qui coinvolti inseriranno stabilmente nella loro carta dei vini le eccellenze toscane più richieste dai propri clienti.
Peccato che quasi contemporaneamente sia scattato un nuovo allarme proveniente dal grande continente cinese: il fenomeno della contraffazione di vino è in forte crescita, e gli stessi esperti dicono che tutti i dettagli delle bottiglie e delle etichette sono riprodotti in modo così minuzioso che è diventata impresa ardua distinguere le bottiglie vere da quelle contenenti prodotti assolutamente scadenti.
Per il momento, sembra che la contraffazione sia rivolta soprattutto al mercato interno e colpisca soprattutto i vini francesi, i più rinomati e richiesti. Ma è solo questione di tempo. In Cina continuano a fiorire i saloni del vino e gli espositori non esitano a promuovere in tutto il Paese le etichette contraffatte (alcune, per la verità, di alta gamma e di considerevole qualità). Al momento un cinese consuma solo un litro di vino l’anno, ma i cinesi sono tantissimo e si stima che entro il 2014 la Cina diventerà il sesto consumatore mondiale.