Una decina di TIR del Mercato Agroalimentare di Padova (MAAP) sono fermi al confine con la Russia a causa dell’embargo verso i paesi europei deciso da Mosca. «Per il nostro Paese – afferma il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato – nel settore agroalimentare Padova è di fatto la porta verso l’Est europeo, e non possiamo sottovalutare il problema: a minacce restrittive come quelle messe in atto da Vladimir Putin, non si risponde con lo spirito altruista dei boy scout, ma con azioni decise e mirate di politica economica internazionale».
Il Presidente Ruffato sta incontrando gli operatori delle filiere agroalimentari compromesse dal blocco delle frontiere russo: «Mi sono giunte notizie che mentre i nostri TIR restano fermi al confine, mentre in Russia ci sono gli esportatori turchi che ci stanno soffiando importanti quote di mercato. La Turchia infatti è fuori dalla UE, pur essendo nella Nato. Questo non è tollerabile, significa perdere terreno e sarà difficile in futuro per i nostri riprendere quelle posizioni. Prendiamo il Grana padano che in Russia esporta 34 mila forme per un fatturato di 14 milioni di euro, grazie anche a notevoli investimenti in promozione: lavoro che rischia di essere vanificato. Ed è solo un esempio del danno provocato dall’embargo russo».
L’embargo è contro il Veneto: adesso paghi l’Unione Europea
Contro L’embargo russo il Presidente Ruffato conclude quindi invitando «il Governo italiano e l’Unione Europea a intervenire urgentemente per risolvere questo grave danno economico che rischia di essere un colpo da KO per la nostra economia veneta che grazie proprio all’agroindustria e all’agroalimentare ha retto il colpo della crisi».
Dal canto suo, l’assessore all’agricoltura del Veneto, Franco Manzato, non ci sta a far ricadere sulle imprese gli effetti negativi di decisioni prese sulle loro teste, in una fase dove la crisi economica morde sempre più forte e dichiara: «I danni per il blocco delle esportazioni dei prodotti ortofrutticoli delle nostre imprese li paghi l’Unione Europea. Le nostre aziende ortofrutticole stanno pagando a caro prezzo l’embargo e il blocco delle esportazioni dei nostri prodotti. Stiamo parlando di frutta e verdura, merce deperibilissima che non dura, non di tubi di ferro che possono aspettare. Non sono certo i produttori la causa di questa situazione che si ritorce contro di loro».
«Scriverò – annuncia Manzato – una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi per formalizzare questa posizione nella sua qualità di presidente del semestre europeo. È facile esibirsi in politica estera e nei grandi giochi mondiali, se poi a pagare sono sempre i segmenti economici più deboli».