L’etichetta è la carta di identità di un prodotto? Ed allora perché non pubblicarla anche su internet, nei siti che vendono prodotti originali? Sarebbe un contributo alla lotta contro i falsi.
Per la contraffazione in Italia, il giro d’affari nel 2010 è stato stimato tra i 3,5 e i 7 miliardi di euro, di cui il 60% è fa capo all’abbigliamento e alla moda (tessile, pelletteria, calzature) ed il restante 40% ai falsi di orologeria, beni di consumo, componentistica, audiovisivo e software. Gli allarmanti dati sono stati diffusi nel corso del convegno organizzato a Milano da Indicam, l’Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione. Oltre 180 aziende le aziende associate e tra queste alcuni dei marchi più noti e più contraffatti: Adidas, Bulgari, Chanel, Dolce & Gabbana, Lacoste, ma anche Moncler, Nike, Prada, Puma, Tod’s, Valentino e Sixty.
Dato per scontato che gli acquisti di prodotti contraffatti non accadono inconsapevolmente, visto che avvengono per lo più con la motivazione di un prezzo che è lampantemente troppo inferiore a quello originario dei grandi marchi mondialmente più conosciuti, l’indice è stato puntato contro internet. Non a caso l’incontro milanese si intitolava “Mondo virtuale, significa sempre mondo meno virtuoso?”: sul web infatti sono numerosissimi i siti che vendono prodotti falsi contando proprio sulla impossibilità dell’acquirente di valutare la merce prima dell’acquisto e comunque sempre puntando su ‘sconti’ che nascondono talvolta vere e proprie truffe.
Un proposta concreta è venuta da Elena Pigozzi, brand protection manager di Nike: augurandosi che siano realmente applicate le sanzioni che già esistono per sconfiggere la contraffazione, ha aggiunto che pubblicare su Internet l’etichetta originale che accompagna i prodotti veri, già permetterebbe ai consumatori di identificare con certezza la merce non contraffatta. E permetterebbe a chi naviga in internet di identificare più rapidamente i siti che vendono i prodotti falsi.