La Giunta veneta ha impegnato circa 158 mila euro per finanziare alcune attività di sperimentazione contro le malattie delle piante. Come ha ricordato l’Assessore all’agricoltura, Franco Manzato: «l’obiettivo è quello di tutelare la produttività e la salute dei frutteti del Veneto contro patologie che possono causare perdite economiche enormi. Oltre che danni alle piante che ne richiedano l’espianto, e dunque non rimediabili in tempi brevi».
In particolare, con l’Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente, sarà realizzato il progetto per il contenimento della Drosophila suzukii sulla vite. Verrà studiata la presenza e la biologia della Drosophila suzukii sulla coltura della vite e la conduzione di una prova di lotta per saggiare l’efficacia di diverse linee di difesa fitosanitaria. La Drosophila suzukii è un dittero, segnalato in Veneto per la prima volta in provincia di Verona nel 2010, le cui larvette si nutrono del mesocarpo dei frutti prossimi alla maturazione. Negli anni 2011 e 2012 i danni più ingenti sono stati accertati sulla coltura del ciliegio, ma sono stati segnalati danni provocati da Drosophila suzukii in particolare su vigneti a bacca rossa.
Malattie delle piante: noci e kiwi fortemente a rischio
Con l’Università di Padova – Dipartimento Territorio Sistemi AgroForestali (TESAF) sarà realizzato un progetto con il quale verranno realizzate prove di controllo preventivo e curativo del Geosmithia morbida mediante trattamenti antiparassitari per aspersione e per iniezione, nonché studi sulla suscettibilità al patogeno di noce nazionale (Juglans regia). Il fungo Geosmithia morbida, agente che causa il cancro rameale del noce, e il suo principale vettore lo scolitide Pityophthorus juglandis, sono stati ritrovati per la prima volta in Veneto e in Italia il 13 settembre scorso in un noceto di noce nero in provincia di Vicenza. Tale rinvenimento prospetta nuovi e preoccupanti scenari sulle sorti di molte piantagioni di noce dell’Italia nord-orientale che negli ultimi anni si sono ampiamente diffuse anche grazie ad incentivi comunitari.
Con la Provincia di Verona – Istituto Sperimentale di Frutticoltura sarà attuato il progetto biennale “Strategie di difesa del kiwi da Pseudomonas syringae p.v. actinidiae (PSA)”. Saranno provate diverse strategie di difesa per individuare misure atte a contenere la malattia e per permettere un accettabile livello produttivo negli impianti già colpiti. Lo Pseudomonas syringae p.v. actinidiae (PSA) è stato segnalato per la prima volta in Italia nel 2008. In Veneto, e nel veronese in particolare, la situazione della batteriosi del kiwi è molto grave tanto che ormai la maggior parte degli impianti può essere considerata infetta o ad elevato rischio di infezione. Ad oggi non sono conosciuti metodi di cura della malattia, se non l’asportazione e la bruciatura della piante colpite per tentare di limitare l’inoculo ambientale.
Malattie delle piante: attacco concentrico ai castagneti veneti
Con l’Università degli Studi di Padova – Dipartimento Territorio Sistemi Agro-Forestali (TESAF) si prevede di realizzare il progetto biennale per il controllo del ‘mal dell’inchiostro’ in provincia di Treviso. Il mal dell’inchiostro (agenti Phytophthora cambivora e P. cinnamoni) rappresenta un’emergenza, poiché l’infezione è letale, potendo portare a morte interi soprassuoli di castagno. Verosimilmente, la recrudescenza del patogeno può essere correlata al cambiamento climatico. Già nel 2007 è stato individuato un focolaio di mal dell’inchiostro nel Comune di S. Zenone degli Ezzelini (TV); ad oggi, sono segnalati sette focolai nella provincia di Treviso, che risulta essere il territorio maggiormente interessato.
E sempre con l’Università degli Studi di Padova – Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse Naturali e Ambiente, verrà infine realizzato il progetto biennale “Intensificazione dell’attività di lotta biologica contro il cinipide del castagno e valutazione degli effetti sugli ecosistemi”. Verrà studiata l’attività di allevamento, rilascio e controllo dell’efficacia del parassitoide Torymus sinensis nei castagneti. Il Cinipede o Vespa del Castagno è un imenottero originario della Cina, considerato uno dei più dannosi insetti per il castagno. A sei anni dal suo primo ritrovamento nel Veneto, è la principale emergenza da affrontare per le notevoli perdite di produzione causate dagli attacchi di questo insetto, ormai diffuso in tutto il territorio castanicolo regionale, per salvare il quale si è ricorso alla lotta biologica, avvalendosi dell’Imenottero calcidoideo Torymus sinensis, l’antagonista più efficace nel limitare il fitofago.