Secondo il Libro Nero dello spreco 2011 di Last Minute Market (Edizioni Ambiente), circa il 3,2% della produzione agricola è rimasta in campo, equivalente a 15.128.702 tonnellate di prodotto agricolo. I dati sono diffusi nell’ambito del convegno “Alimentare la Terra, coltivare il futuro” organizzato a Roma per la Giornata mondiale dell’Alimentazione. La ragione principale degli sprechi è da rintracciare nella non-convenienza da parte dell’agricoltore nel raccogliere il prodotto in quanto i prezzi di mercato dello stesso non remunerano il lavoro oppure perché pezzature troppo grosse o troppo piccole rendono il prodotto poco commerciabile.
Sempre secondo il Libro Nero dello spreco 2011, nell’industria agroalimentare italiana lo spreco medio ammonta al 2,6% della produzione finale totale, che porta ad uno spreco complessivo di 1.786.137 tonnellate di prodotti alimentari. La quantificazione degli sprechi nel settore distributivo si suddivide in due target di riferimento i mercati all’ingrosso (centri agroalimentari e mercati ortofrutticoli) e il sistema distributivo commerciale (cash&carry, ipermercati, supermercati e piccolo dettaglio).
Un’entità così abbondante, sia in termini assoluti che relativi alla produzione totale e al consumo effettivo, ha ovviamente un impatto economico altrettanto rilevante. Il calcolo di tale impatto in ciascun comparto, mette in evidenza come in Italia, nel 2010, si siano letteralmente buttati oltre 11 milioni e 200 mila euro di prodotti alimentari ancora perfettamente consumabili.