CNA Federmoda è stata ascoltata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria commerciale della Camera dei Deputati. Un’audizione a cui ha partecipato il Responsabile nazionale di CNA Federmoda, Antonio Franceschini, portando dati sul fenomeno e presentando il lavoro che l’Unione delle imprese del sistema moda di CNA sta ormai da anni svolgendo per contrastare il fenomeno.
«Per la nostra Associazione – ha dichiarato Antonio Franceschini – la lotta alla contraffazione rappresenta una delle linee prioritarie d’intervento. Il falso non danneggia solo i prodotti copiati, ma anche i “non-marchiati” a causa dell’ingenerarsi di una concorrenza economica scorretta e culturalmente malsana. Danneggia quel sistema fatto da imprese contoterziste che operano in maniera trasparente e rispettosa delle regole. Inoltre, la contraffazione del marchio di origine o dell’indicazione geografica di provenienza delle merci è un danno grandissimo per il Made in Italy poiché alle lavorazioni italiane viene riconosciuto dai mercati un valore aggiunto”.
Fonti Indicam, Wto e Ocse, stimano tra il 7% e il 20% il peso delle vendite di merci contraffatte sull’intero commercio mondiale (il 20% riguarda tessile, moda e abbigliamento, nell’UE si stima un 22%). In Italia si parla di un valore d’affari stimato in 7 miliardi di euro, il 50% di questi è riferito all’area tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature. Si stimano in 270.000 i posti di lavoro persi negli ultimi dieci anni a livello mondiale a causa della contraffazione, 125.000 di questi nella Comunità Europea.
Audizione alla Camera: partire dall’educazione dei giovani
Per i vertici CNA Federmoda, questa problematica deve essere affrontata e combattuta, senza se e senza ma, dal Paese intero come Istituzioni, sistema delle rappresentanze e cittadini. Una partita complessa che deve essere giocata giorno dopo giorno. Occorre un’azione decisa, partendo specialmente dai giovani, perché si perda nel consumatore la percezione diffusa secondo cui la contraffazione è da un lato un problema limitato alle griffe più famose e all’industria dell’audiovisivo, e dall’altro una forma di sostentamento di immigrati e disoccupati.
È necessario far comprendere che la contraffazione è in realtà un fenomeno criminale al pari di altri; un fenomeno molto ampio, complesso e gestito in modo imprenditoriale da gruppi criminali organizzati in grado di muoversi abilmente sia nel mercato illegale sia nell’economia legale e capaci di gestire un universo di persone, e tra queste anche bambini, impiegate in un lavoro totalmente al di fuori delle regole, che spesso è più vicino a forme di schiavitù che di sfruttamento dei lavoratori. È necessario far comprendere che le produzioni contraffatte mettono a serio rischio la salute del consumatore perché spesso prodotte al di fuori del rispetto di ogni regola, contengono sostanze nocive per l’uomo.
«Come CNA Federmoda – ha concluso Franceschini – svolgiamo da anni periodici incontri presso le scuole italiane per dare informazione del fenomeno e delle sue implicazioni agli studenti. È questo a nostro avviso uno dei punti nevralgici dell’azione che deve essere condotta, partire dai giovani per coinvolgerli e sensibilizzarli al tema. I giovani devono capire e prendere consapevolezza di ciò che si muove dietro alla contraffazione e, in particolare per la specificità dei prodotti moda, devono acquisire la cultura della qualità, del valore intrinseco di un buon prodotto, del valore aggiunto dato dal saper fare».