L’export agroalimentare italiano in Iran potrebbe raddoppiare in pochi anni arrivando nel 2018 a toccare i 40 milioni di Euro . È quanto stima Nomisma dopo la fine delle sanzioni e la ripresa nell’export di petrolio iraniano che potrebbe innescare una crescita dei redditi della popolazione e, di conseguenza, un aumento dei consumi alimentari di prodotti importati.
Nel 2014 il valore complessivo dell’export italiano verso l’Iran è stato di poco più di 1,2 miliardi di euro: la maggior parte delle vendite nazionali sul mercato iraniano (57,9%) riguarda meccanica strumentale, di cui l’1,2% è costituito da trattori e macchinari agricoli e un altro 1,2% da macchine per l’industria alimentare. Seguono i prodotti chimici (8,4%), la metallurgia (7,7%) e le apparecchiature elettriche (5,8%). Solo l’1,7% dell’export italiano verso l’Iran è rappresentato da prodotti agroalimentari: nel 2014 appena lo 0,1% delle vendite oltreconfine di prodotti agricoli e alimentari ha trovato come sbocco l’Iran. L’80% dell’export agroalimentare italiano in Iran è costituito da prodotti trasformati, mentre il restante 20% da prodotti agricoli. Nel dettaglio, l’olio di oliva rappresenta la principale voce dell’agroalimentare made in Italy sul mercato iraniano, con un peso sul totale dell’export di settore del 15%. Altri prodotti italiani acquistati sono i mangimi (13%), i semi di ortaggi (12%), altri tipi di oli vegetali (10%), dolci (6%), aceti (4%). Naturalmente, niente insaccati di maiale e niente vino, prodotti che in generale sostengono fortemente l’export italiano nel mondo.