Bene l’Europa, male Sudamerica e Australia: questo in estrema sintesi il trend delle importazioni di vino negli Stati Uniti. E l’Italia è il Paese del Vecchio Continente che meglio degli altri ha mostrato la maggiore capacità di vendere il proprio vino Oltreoceano, pur in una fase nella quale il cambio del rapporto euro-dollaro ha generato, sul mercato statunitense, un calo dei prezzi ed i consumi sono in sensibile rallentamento: l’import complessivo cala in sei mesi di 4,5 milioni di ettolitri, -3,8%, e di 1,94 miliardi di dollari, – 3,5%.
L’Italian wine & food institute ha reso noto i numeri che dicono che, nel primo semestre 2015, l’export italiano ha visto un lieve miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2014 per quanto riguarda le quantità, con un aumento +1,5% per un totale di 1,27 milioni di ettolitri, ma per un valore in diminuzione pari a 641 milioni di dollari, cioè il 6% in meno. Prosecco in prima linea: nei sei mesi l’export in Usa ha avuto un ritmo di crescita costante, chiudendo il periodo con 175mila ettolitri e 116 milioni di dollari, in aumento rispettivamente del +23% e del +13%. Bene anche l’export francese che aumenta del +11% arrivando a 484 mila ettolitri, poco più di un terzo del quantitativo italiano, e quello portoghese, che segna un +28%, ma su quantità ancor più ridotte.