Alla nona convocazione, Mario Catania (Scelta Civica) è stato eletto Presidente della Commissione di Indagine sulle contraffazioni della Camera che dovrà cercare di salvaguardare il made in Italy. Vicepresidente è stata eletta Colomba Mongiello del Pd.
«Le mie congratulazioni – ha dichiarato il presidente vicario di Scelta Civica alla Camera, Antimo Cesaro – al collega Mario Catania, che corona l’impegno profuso dal gruppo Scelta Civica per avviare l’attività della commissione. La commissione svolge un ruolo importante nella tutela del Made in Italy, con l’obiettivo di far ripartire tutto il comparto produttivo italiano».
La Commissione si occuperà dei fenomeni della diffusione delle merci contraffatte e delle merci usurpative in campo commerciale, nonché della pirateria elettronica e digitale e del commercio abusivo, con l’obiettivo di approfondire e raccogliere dati aggiornati e dettagliati su questi fenomeni, di verificare le ricadute e le potenzialità effettive del “Piano strategico nazionale anticontraffazione”. Sarà inoltre chiamata ad individuare misure di carattere legislativo sul tema della contraffazione, della tutela del Made in Italy e della salute e della sicurezza dei cittadini.
Commissione anticontraffazione: i commenti del mondo agricolo
Agrinsieme ha accolto con favore la nomina: “La contraffazione del Made Italy è un problema che riguarda in modo particolare l’agroalimentare – ha commentato il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari – ed è importante che il compito di vigilare ed indagare sul fenomeno sia affidato ad organismo istituzionale”.
«È una buona notizia per l’Italia – ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo – La lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili al Paese e per tornare a crescere. Il Made in Italy è un settore di punta della nostra economia ed attrae significativi investimenti, ma costituisce anche un ambito privilegiato per i profitti che possono essere ricavati da iniziative di usurpazione dei valori e dell’identità delle nostre produzioni territoriali. L’aver messo nuovamente in campo la Commissione di inchiesta significa introdurre delle priorità di intervento colmando lacune normative e, soprattutto, apprestando adeguata attenzione a misure con significativa efficacia deterrente. La scelta di autorevoli rappresentanti, di chiara competenza nel settore agroalimentare, a dirigere un organismo parlamentare deputato ad affrontare le problematiche del crimine rispetto a tutti gli ambiti produttivi costituisce, inoltre – conclude Moncalvo – un significativo riscontro della priorità con cui da tempo il settore affronta la questione della trasparenza».