Il Tribunale di Napoli riconosce al pari di un marchio il lavoro delle calzature Sergio Rossi
Il marchio di calzature Sergio Rossi ha ottenuto un provvedimento dalla Sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Napoli che riconosce come la placca che caratterizza la nuova collesione “sr1” sia “elemento distintivo fortemente individualizzante e caratterizzante, fin dal 2016”. È stato pertanto riconosciuto il “diritto alla tutela contraffattoria” invocato dalla Sergio Rossi nei confronti della società Chantal 1962 S.r.l ed è stato accolto il ricorso per tutelare i segni distintivi della collezione sr1. La Sergio Rossi, assistita in giudizio dallo studio legale Rucellai&Raffaelli, ha quindi raggiunto un accordo che prevede, tra l’altro, l’interruzione della produzione dei prodotti oggetto del ricorso da parte di Chantal 1962 S.r.l. “Il lancio della collezione “sr1” – spiegano alla Sergio Rossi – caratterizzata da forme precise e dell’iconica linguetta con placchetta quadrata, ha rappresentato il primo capitolo della nuova storia di Sergio Rossi, e a oggi racchiude i i tratti distintivi del Dna del marchio, per una nuova era all’insegna dell’innovazione nel rispetto dei codici storici. Il brand ha agito ancora una volta a salvaguardia dell’autenticità e della qualità del prodotto, ma soprattutto a difesa della maestria dei propri artigiani e dell’interesse dei propri clienti per un mercato libero dalla contraffazione”.
Chi è
Sergio Rossi
L’azienda Sergio Rossi continua a promuovere la produzione artigianale presso la sede di San Mauro Pascoli, nella provincia di Forlì-Cesena, dove lavorano 120 artigiani professionisti. Complessivamente i dipendenti sono oltre 500 dei quali 300 lavorano in Italia, ripartiti tra lo showroom di Milano, lo stabilimento di San Mauro Pascoli e le boutique di proprietà. Le filiali si trovano negli Stati Uniti (a New York City), nell’area Apac (a Hong Kong e Shanghai) e in Giappone (a Tokyo) e sono affiancate dalla rete di vendita diretta presente in questi Paesi. L’Italia è al terzo posto, dietro Stati Uniti e Francia, tra i Paesi più colpiti dalla contraffazione. Numeri alla mano, sono 88mila i posti di lavoro persi a causa del mercato della contraffazione, un dato che equivale al 2,1% del totale dei lavoratori impiegati nei settori vittime del fenomeno.