L’Unione Europea ha respinto la proposta avanzata a Pechino dalla General administration for quality supervision, inspection and quarantine of the People’s Republic of China (Aqsiq). È l’ente statale che, con una rete di circa 200mila dipendenti e sedi operative in tutta la Cina, si occupa degli aspetti igienico sanitari e della certificazione dei prodotti alimentari e del vino. Ma la proposta di Pechino di prevedere una sorta di certificato unico per tutti i prodotti che dall’Europa entrano in Cina, non aveva alcuna contropartita per le importazioni di cibo e vino in ingresso nell’Unione Europea.
«Ora – dichiara Francesco Paganelli, export manager del Gruppo Cevico, che con Nicola Tinelli dell’Unione italiana vini, era presente a Pechino – i negoziati spetteranno alle rappresentanze diplomatiche e scientifiche europee e cinesi. Quello che è stato importante è stato dimostrare che l’Unione europea ha una posizione unitaria e molto compatta nel rifiutare la proposta della Cina di adottare una certificazione armonizzata per l’export dall’Ue su cibi e bevande». In particolare per quel che riguarda il vino, Italia e Francia erano chiamate a rappresentare l’Europa e hanno dimostrato una perfetta sintonia sostenendo che il vino non è prodotto a rischio sul piano alimentare e che non dovrebbe essere incluso in questa certificazione armonizzata, anche perché gli standard europei della produzione vitivinicola sono i più elevati al mondo.
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