Nonostante vendite in flessione, gli orologi “Swiss Made” rimangono tra gli oggetti prediletti dai falsari. Nel corso dell’anno che sta per concludersi, la Federazione dell’industria orologiera svizzera (FH) ha rafforzato la lotta a questo fenomeno, anche su Internet, facendo sequestrare centinaia di migliaia di “patacche” spacciate per originali.
Gli sforzi sono stati paganti: solo in Marocco sono stati sequestrati 180 mila orologi, cui se ne aggiungono altri 176 mila negli Emirati arabi, 45 mila pezzi a testa in Grecia e Turchia, e ben 400 mila in Asia (Cina, Corea del Sud, Hong Kong e Thailandia). Oltre a ciò, FH va alla caccia di pezzi taroccati venduti da privati sulle piattaforme web o nelle reti sociali. In questo caso, è stato possibile rintracciare oltre 560 mila falsi orologi spacciati come pezzi originali fabbricati in Svizzera.
Per quanto riguarda l’andamento degli affari nell’anno in corso, i ricavi rimarranno al di sotto del record raggiunto nel 2014, quando è stata esportata merce per un valore di 22,2 miliardi di franchi. Il rallentamento della congiuntura in Asia e il rafforzamento del franco sono all’origine di questa flessione. Per il 2016, all’FH sono prudenti e si parla di una stabilizzazione delle esportazioni. Permane la fiducia per il mercato cinese, le cui potenzialità rimangono intatte a medio e lungo termine.