I 53 miliardi di sigarette illegali, una su dieci, che circolano in Europa ‘costano’ ai Governi 11,3 miliardi di perdite erariali. E nel 2015 l’Italia risulta tra i primi cinque paesi per volumi di sigarette contraffatte e contrabbandate (C&C), con 4,6 miliardi di sigarette illegali che rappresentano il 5,8% del consumo totale. Se queste sigarette fossero state acquistate legalmente, l’introito fiscale sarebbe stato pari a circa 822 milioni di euro. La Campania anche nel 2015 si conferma come regione più impattata dal fenomeno in Italia con una percentuale di prodotti illeciti pari al 37%.
I dati sono stati diffusi dal network di professionisti per le imprese Kpmg sulla base di una indagine annuale commissionata dalle quattro principali aziende di prodotti del tabacco: Bat, Imperial, Jti, Pmi. Bisogna ricordare che l’Italia è il primo produttore di tabacco in Europa e il quattordicesimo al mondo e conta nel nostro Paese circa 200.000 addetti, tra cui 55.000 rivenditori e più di 3.000 imprese agricole con una radicata presenza nelle regioni Campania, Veneto, Umbria, Toscana e Lazio. Ed il nostro Paese risulta essere il terzo paese per volumi di ‘illicit whites’, le sigarette prodotte esclusivamente per il commercio di contrabbando. Il consumo di tali prodotti ha rappresentato la metà dei consumi di sigarette illecite in Italia.
Determinante è l’azione di contrasto delle Forze dell’ordine
Il fenomeno illecito negli ultimi anni ha raggiunto il suo massimo quando i prezzi delle sigarette legali erano al minimo: sembra quindi che non siano le politiche di prezzi al ribasso, che di certo danneggiano l’intera filiera legale, a influenzare il fenomeno quanto piuttosto che sia fondamentale la disponibilità dei prodotti illeciti. Piuttosto le azioni mirate delle forze dell’ordine hanno rappresentato in questi anni uno strumento essenziale per il contrasto del fenomeno della vendita illecita di prodotti del tabacco. Nel 2015 i volumi di sigarette di contrabbando sequestrate dalla GdF sono stati 275 tonnellate (+37,5% rispetto al 2014).
Lo studio Kpmg sottolinea che l’industria è d’accordo nel ritenere che i rigidi controlli sulla catena distributiva e lo scambio di informazioni, insieme all’attività delle forze dell’ordine, abbiano portato a una diminuzione del 20% dei flussi illegali provenienti dall’Ue. Pertanto, oggi l’88% delle sigarette illegali proviene da Paesi extra europei. Oggi le illicit whites rappresentano più di un terzo di tutte le sigarette illecite, mentre il numero di prodotti contraffatti ha raggiunto quota 4.7 miliardi. La maggior parte delle illicit whites, 5.3 miliardi di sigarette, riporta etichettatura bielorussa. Si ritiene inoltre che 1.3 miliardi di sigarette illicit whites provengano dalla zona di libero scambio Jabel Ali negli Emirati Arabi Uniti.