Nel primo semestre del 2016 sono stati superati a Napoli e dintorni i sequestri delle Fiamme Gialle effettuati nell’intero 2015: quattro milioni e mezzo le operazioni di contrasto al mercato clandestino messe a segno da gennaio a giugno, contro i tre milioni e mezzo dell’intero 2015, con un incremento del 36% netto. Se poi si prendono in considerazione anche i sequestri in materia di sicurezza dei prodotti, pirateria e Made in Italy, il dato complessivo relativo al 2016, lievita fino a raddoppiare, per sfondare la soglia degli otto milioni di blitz, e quintuplica rispetto al 2015.
Luogo chiave del traffico internazionale di merci adulterate è la città di Napoli, dove si registra il 90% dei sequestri: come spiega il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta, Mario Catania, in città arrivano merci di ogni genere dai mercati asiatici, pronte ad essere smistate sui circuiti clandestini nazionali e internazionali. A differenza del circuito legale, il mercato clandestino non conosce crisi o stagnazione. Basti pensare che negli anni della crisi, tra il 2008 e il 2013, il giro d’affari del falso ha raddoppiato le proprie dimensioni. E Napoli è il punto nevralgico di un business globale in crescita, che macina miliardi su miliardi.
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