La decisione è stata assunta alla unanimità dal Consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela che ha formalmente avviato l’iter per la modifica del disciplinare di produzione.
«Si tratta di una scelta importante – sottolinea il presidente del Consorzio, Arturo Stocchetti – che segue un’altra decisione forte da parte della denominazione ovvero la riduzione delle rese per la vendemmia 2016. In base ai dati pubblicati di recente da Avepa l’obiettivo che il Consorzio si era posto si può ritenere acquisito. L’ultima vendemmia infatti porterà a certificazione non più di 400.000 ettolitri tra Soave e Soave Classico, esattamente quanto imbottigliato nell’ultima stagione».
L’anno appena trascorso si chiude positivamente per la denominazione: i dati provvisori vedono il Soave DOC vicino ai 40 milioni di bottiglie mentre per il Soave Classico sono stati superati i 10 milioni di bottiglie.
Più garanzia di qualità per i consumatori e più controlli fuori dal veronese
«L’osservatorio economico del consorzio – prosegue Stocchetti – ha infatti evidenziato una sensibile lievitazione dei volumi imbottigliati all’estero. Dai 22.000 ettolitri del 2011 siamo proiettati per il 2017 verso i 100.000 ettolitri. Ma il confezionato estero non ci fornisce le stesse garanzie di quello confezionato in zona di produzione. Già nel 2015 abbiamo rilevato sul mercato prodotti di imbottigliatori esteri senza l’obbligatoria fascetta di Stato e senza la necessaria comunicazione all’ente di certificazione dell’avvenuto imbottigliamento».
Il Soave con questa decisione apre di fatto una nuova stagione in quanto tutte le aziende esterne alla zona delimitata potranno continuare a confezionare il vino solo a seguito di apposita autorizzazione Ministeriale che sarà rilasciata solo se le aziende rispetteranno tutte le regole previste dal piano di controlli.