In occasione della recente seconda giornata nazionale dedicata al contrasto del fenomeno della contraffazione Confindustria Campania ha presentato una analisi dalla quale emerge che il business delle imitazioni è racchiuso in una forchetta compresa tra 3,5 e 7 miliardi. Considerando per altro solo la quota di merci contraffatte che circolano nel mondo partendo da paesi esteri (soprattutto dall’estremo oriente), non contando, quindi, quei prodotti falsificati prodotti in Italia. Per avere un’idea delle dimensioni assunte dal fenomeno, basta pensare che nel 2010 l’Agenzia delle dogane ha sequestrato oltre 15 milioni di prodotti. I pezzi requisiti dalla Guardia di Finanza sono invece 110 milioni.
Inevitabile confrontare tali numeri con la perdita potenziale in termini di crescita: secondo il Censis, sconfiggere il fenomeno della contraffazione garantirebbe 130 mila unità di lavoro aggiuntive. E se il valore della contraffazione venisse portato sul mercato legale verrebbero registrati una produzione aggiuntiva pari a circa 18 miliardi e un valore aggiunto pari a 6 miliardi.
Il presidente di Sistema Moda Italia, Michele Tronconi, sottolinea come “nonostante la crisi, si procede nella misura di 40 sequestri di merce contraffatta al giorno. Negli ultimi 3 anni la velocità con cui si fanno i sequestri è pari a 100 pezzi al minuto”. Luigi Giamundo, presidente della commissione Sistema Moda di Confindustria Campania fa notare che circa il 70% dei prodotti contraffatti proviene dall’estremo oriente.
Per arginare il fenomeno, secondo il presidente di Anfao Cirillo Marcolin, c’è bisogno di strumenti giuridici più efficaci “ma bisogna anche creare cultura sul consumatore ponendo l’accento sulla pericolosità del prodotto contraffatto e sul legame con la criminalità organizzata”.