L’Europa e il Giappone hanno firmato a Tokyo un accordo di libero scambio: il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il premier giapponese, Shinzo Abe, hanno così positivamente concluso il più ampio ed importante negoziato mai raggiunto tra le due aree economiche.
«Un messaggio potente contro il protezionismo – hanno congiuntamente sottolineato Abe e Juncker – Quella di oggi è una data storica allorché celebriamo la firma di un accordo commerciale estremamente ambizioso tra due delle più grandi economie del mondo». «Con il più grande accordo commerciale bilaterale mai siglato – fa loro eco Donald Tusk – oggi cementiamo l’amicizia nippo-europea. Geograficamente, siamo lontani. Ma politicamente ed economicamente potremmo difficilmente essere più vicini. Condividiamo i valori della democrazia liberali, dei diritti umani e dello stato di diritto».
Fondamentale è l’eliminazione delle tariffe per i prodotti chimici, tessili, cosmetici e le calzature
Nella comunicazione ufficiale di Bruxelles si ricorda che l’accordo, che riguarda 600 milioni di persone, ha effetto su un export europeo che già vale 58 miliardi in termini di beni e altri 28 miliardi per i servizi. Una volta attuato completamente l’accordo, il Giappone avrà soppresso i dazi doganali sul 97% dei beni importati dall’U, per una stima di 1 miliardo l’anno di risparmi.
Per quanto riguarda l’agricoltura e l’alimentare, si prevede che vengano eliminate le tariffe giapponesi su molti formaggi duri, come Gouda e Cheddar, ed un contingente esente da dazi per i formaggi freschi, come la mozzarella. Sparirà sul vino l’attuale barriera media del 15%; ci sarà una assenza di barriere doganali per la carne processata e livelli bassi di imposizione per la carne fresca. I dazi sulle carni bovine saranno ridotti dal 38,5% al 9% nel corso di 15 anni su un volume “considerevole” di prodotti a base di tali carni. Altri settori prevedono l’eliminazione completa delle tariffe, come le sostanze chimiche, materie plastiche, cosmetici e tessile. I dazi sulle calzature saranno ridotti dal 30% al 21% all’entrata in vigore, per poi essere soppressi completamente nel corso dei 10 anni successivi.