Giancarlo Caselli, presidente del Comitato scientifico della Fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare” promosso da Coldiretti, è intervenuto a palazzo Ferro Fini per un incontro con i consiglieri regionali del Veneto. «Vorremmo comprendere – ha chiesto il Presidente del Consiglio regionale, Clodovaldo Ruffato – quale può essere il nostro ruolo di consiglieri e politici di una delle regioni più avanzate del Paese, affinché i nostri prodotti, le nostre terre, la nostra imprenditoria, il nostro commercio non finisca nelle mani della mafia».
A questo proposito Caselli ha sottolineato che la lotta alla mafia in genere non è semplice, perché si tratta di una mafia ricca, in grado di infiltrarsi in ogni settore, compreso l’agroalimentare, che rappresenta un comparto tra i più economicamente vantaggiosi. In Italia 1/3 della spesa quotidiana, ha spiegato, è costituita da alimenti importati, per i quali non esiste una normativa di tutela, di tracciabilità, anche perché ci sono interessi industriali e di alcune lobby che lo impediscono. Questo, non solo rappresenta un danno alla nostra economia, ma rappresenta un pericolo per la salute dei consumatori. La lotta alla mafia, ha poi spiegato Caselli, deve essere una lotta anche culturale, partendo proprio dalle istituzioni, come sta facendo il Consiglio regionale del Veneto. «Bisogna avere il coraggio – ha concluso – di denunciare certe situazioni, così come avere l’obbligo di sostenere chi lo fa. Solo con la coerenza e lavorando con la responsabilità del risultato si possono ottenere dei risultati concreti».