La Commissione Europea ha deciso di lasciare ai Parlamenti dei singoli Stati nazionali la scelta di ratificare o meno il Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta), cioè l’accordo di libero scambio fra Unione e Canada. Il trattato, le cui negoziazioni si sono concluse due anni fa, eliminerebbe il 98% delle barriere commerciali tra il paese nordamericano e l’Unione, e sarebbe una componente estremamente importante per le esportazioni dell’intero comparto agroalimentare Made in Italy, con in testa il vino.
Alla ‘non scelta’ europea ha immediatamente reagito il Presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia: «il rischio è che tutto salti se anche uno solo dei Parlamenti votasse contro, magari per atteggiamenti populistici. Sarebbe un grave danno per la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane, perché, per la prima volta, un trattato aveva individuato importanti strumenti di difesa delle nostre Dop ed Igp in un mercato simbolo come il Canada. La Commissione Europea in questo modo esprime un ulteriore segnale di debolezza ed inconsistenza, e ancora una volta non si assume la responsabilità di ratificare l’accordo che ha essa stessa negoziato e preferisce declinare qualsiasi responsabilità e delegare ai Parlamenti nazionali la ratifica. Un’altra occasione sprecata – conclude Scordamaglia – per dimostrare al mondo che l’Europa gestisce la globalizzazione, non la subisce».
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