La Fattoria Autonoma Tabacchi, nata nel 1911 e con sede a Città di Castello in provincia di Perugia, ha promosso un progetto scientifico sulla tracciabilità isotopica del tabacco Virginia Bright con l’obiettivo di tutelare in Made in Italy e lottare contro la contraffazione di un prodotto che è da secoli una coltura di riferimento in Italia, in particolare in Umbria e in Veneto, e un’eccellenza dei territori d’origine.
Il progetto si incentra su di uno studio basato su una metodologia innovativa che permetterà di mettere a punto un modello di tracciabilità analitica basato sull’identificazione delle caratteristiche isotopiche del tabacco Virginia Bright di diverse aree del mondo e quindi di distinguere le produzioni umbre e venete da quelle degli altri Paesi quali Bulgaria, Grecia, Romania, Spagna, Zimbabwe, Brasile e Cina. In sintesi, identificando in maniera univoca il legame con il territorio di origine, sarà possibile contrastare concretamente la contraffazione di sigarette, un fenomeno che insieme al contrabbando in Europa ha un valore annuo di circa 10 miliardi di euro.
Una metodologia innovativa già usata per il vino combatterà la contraffazione
Lo studio preliminare, condotto dalla Fondazione Edmund Mach (Fen) di San Michele all’Adige, in provincia di Trento, ha permesso di mappare ad oggi 60 campioni di tabacco provenienti da diverse aree geografiche del mondo dimostrando la validità e applicabilità dell’analisi.
«Siamo orgogliosi – dichiara Fabio Rossi, presidente Fattoria Autonoma Tabacchi – di aver reso possibile un progetto pionieristico e all’avanguardia, che permetterà di contrastare in maniera concreta il fenomeno della contraffazione, a partire da una mappatura multi isotopica del tabacco al fine di tracciarne l’origine geografica. Per la prima volta viene applicato al settore del tabacco un modello di successo usato da decenni per verificare l’autenticità di prodotti come, ad esempio il vino, i formaggi, l’olio d’oliva».