Cambiano le etichette in Gran Bretagna: obiettivo è quello di evitare la confusione dei consumatori e contrastare lo spreco di cibi scaduti ma perfettamente commestibili. Nel Regno Unito infatti il sistema di datazione delle scadenze alimentari è realmente piuttosto complesso e si articola in una “sell by” (“vendere entro” sulle confezioni di tutti i tipi di prodotti alimentari), una “use by” (la data entro la quale il prodotto andrebbe consumato) e una “best by” (equivalente al nostro “da consumarsi preferibilmente entro”). Ora sull’etichetta comparirà solo il “best by” per alimentari che si possono mangiare anche dopo la scadenza oppure il “use by” per quelli che non vanno mangiati dopo una certa data (carne, pesce, uova).
A questo proposito, l’agenzia online ‘Help Consumatori’ riporta un intervento di Silvia Biasotto, Responsabile Dipartimento Sicurezza Alimentare del Movimento Difesa del Cittadino, per la quale il cambiamento rende il sistema inglese simile a quello italiano. Spiega Biasotto: “La rivoluzione inglese prende spunto dalla regolamentazione delle scadenze dei prodotti alimentari nel nostro Paese. Essenziale è la distinzione tra la data di scadenza ” da consumarsi entro” e il termine minimo di conservazione (TMC) “da consumarsi preferibilmente entro”. Capire la differenza aiuterebbe molti consumatori a evitare lo spreco di cibo ancora commestibile”.
Uno studio presentato a maggio e commissionato dalla Fao ha dimostrato che ogni anno vengono sprecati o perduti nel mondo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo, circa un terzo degli alimenti prodotti per il consumo umano. In Europa e in Nord America lo spreco pro capite dei consumatori è calcolato intorno ai 95-115 kg all’anno, mentre in Africa sub-sahariana e nel sudest asiatico ammonta a soli 6-11 kg l’anno. E ogni anno i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo (pari a 222 milioni di tonnellate) dell’intera produzione alimentare netta dell’Africa sub-sahariana (pari a 230 milioni di tonnellate). Lo spreco di cibo è un fenomeno che riguarda tipicamente i paesi industrializzati, dove i consumatori stessi gettano nella spazzatura cibo perfettamente commestibile.