Soddisfatta, ma non totalmente, la Coldiretti per il regolamento comunitario sulle informazioni alimentari ai consumatori pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea martedì 22 novembre. In un comunicato, l’organizzazione lamenta che il nuovo regolamento preveda, purtroppo, un percorso a tappe per l’estensione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine per le carni trasformate in salumi o altro (2 anni) e il latte e derivati (3 anni).
Tra le novità introdotte la Coldiretti apprezza l’obbligo di dichiarare il contenuto energetico e le percentuali di grassi, grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale sull’imballaggio in una tabella comprensibile; la messa in evidenza di allergeni, anche per i cibi non imballati, ad esempio quelli venduti nei ristoranti o nelle mense; il divieto di indicazioni fuorvianti sulle confezioni riguardo all’aspetto, alla descrizione e alla presentazione grafica. Particolarmente rilevante sotto questo profilo la norma che stabilisce che la carne (o il pesce) ottenuta dalla combinazione di più parti di carni dovrà essere indicata come “carne ricomposta” (o “pesce ricomposto”).
Il testo finale – sottolinea la Coldiretti – è frutto di un compromesso tra le tre istituzioni europee: Commissione europea, Consiglio e Parlamento europeo dopo un lungo braccio di ferro durato quattro anni. Il negoziato si è svolto sotto la spinta delle numerose emergenze alimentari che si sono verificate nell’Unione Europea, dai maiali alla diossina alla mozzarella blu fino al batterio killer che in realtà – conclude la Coldiretti – avrebbero dovuto spingere le Istituzioni comunitarie a scelte piu’ immediate soprattutto per quanto riguarda l’obbligo di indicare la provenienza in etichetta delle materie prime impiegate negli alimenti che per alcune categorie di prodotti è stato dilazionato nel tempo.