L’Associazione degli industriali mugnai d’Italia, Italmopa, ha stimato in appena 43 chili pro capite il consumo di pane in Italia: siamo il fanalino di coda in Europa e questo nonostante la tradizionale ricchezza delle tipologie di pane a livello nazionale e le tante variazioni e diversità che si registrano a livello regionale e anche locale. «Per questo motivo – spiega Ivano Vacondio, Presidente Italmopa – riteniamo improcrastinabile la costituzione di una cabina di regia pane che si ponga per obiettivo, attraverso tutti i componenti della filiera, di sviluppare azioni di informazione e di promozione del consumo del pane in Italia».
«Il frumento e le farine – continua Vacondio – sono irreversibilmente legate al pane che a sua volta costituisce il cibo per antonomasia. Purtroppo, il consumo di pane, anche per via di un’informazione non sempre corretta, fa registrare, da troppi anni un trend particolarmente negativo. Abbiamo allora ritenuto opportuno sviluppare, attraverso il Centro informazione farine, il sito infofarine.it che, attraverso, la voce di esperti di assoluta e riconosciuta competenza, fornisce tutti i necessari chiarimenti sulle farine di frumento tenero». L’industria molitoria italiana vanta un’antica tradizione di eccellenza per via della capacità dei mugnai ad individuare, selezionare, miscelare e trasformare le migliori varietà di grano, a prescindere dalla loro origine, per la produzione di farine che costituiscono un vanto dell’agroalimentare nazionale.
Un raccolto di grano 2016 eccezionale per volume e per qualità
Entrando nel dibattito che vede contrapposti i produttori e gli industriali, quest’ultimi accusati dai primi per l’eccesso di importazioni dall’estero di grano a scapito di una produzione nazionale sottoquotata sul mercato, Ivano Vacondio, presidente di Italmopa, ricorda che il raccolto nazionale 2016 di frumento tenero ha fatto registrare un incremento significativo, di oltre il +20% rispetto al raccolto 2015. Circa 4 milioni di tonnellate per un raccolto che può essere considerato eccezionale sia per volume, sia per qualità della materia prima.
«Il nostro Paese – precisa il presidente Italmopa – rimane ancora deficitario per alcune tipologie di frumento quale il frumento biscottiero o il frumento di forza, destinato, quest’ultimo, per la produzione di prodotti ad alta lievitazione quali alcune tipologie di pane come la michetta o la rosetta oppure di prodotti di ricorrenza quali i panettoni natalizi e le colombe pasquali». Limitandosi al comparto del frumento tenero, l’industria molitoria italiana trasforma annualmente circa 5,5 milioni di tonnellate di frumento tenero. «Il mondo dei molini e delle farine del frumento tenero è, purtroppo, ancora largamente sconosciuto ai consumatori. Un mondo che trova le sue radici nella tradizione ma che si avvale – conclude Ivano Vacondio – di innovazioni e di tecniche di produzione all’avanguardia per rispondere alle esigenze, di qualsiasi natura esse siano, dei consumatori».