“La Guardia di finanza di Padova ha portato a termine il sequestro di 38 mila tra rubinetti, soffioni per doccia e raccorderie potenzialmente tossici e cancerogeni, stoccati in due magazzini nel padovano. La merce made in China, tutta contraffatta e proveniente dallo stesso Paese asiatico, è stata analizzata dal Dipartimento di medicina ambientale e sanità pubblica dell’Università di Padova, rivelando valori di piombo, cromo e nichel ben superiori alle soglie tollerate dalla legge, gravemente tossici per l’uomo. Anche l’ulteriore perizia, eseguita dagli esperti del Dipartimento di Processi chimici dell’ingegneria dello stesso Ateneo, ha certificato che i campioni esaminati, realizzati con criteri non rispondenti alle norme tecniche riconosciute a livello nazionale ed internazionale, reagissero al contatto con l’acqua potabile con modalità altamente pericolose, nel lungo periodo, per la salute umana”.
Questa la notizia pubblicata l’11 febbraio dal Corriere del Veneto. Casualmente pochi giorni prima, immediatamente dopo l’uscita del primo numero della nostra newsletter avevamo ricevuto un contributo che a maggior ragione oggi pubblichiamo con piacere integralmente.
Le piccole aziende del settore dell’idraulica, del quale faccio parte anch’io quale produttore di sistemi di trattamento d’acqua al punto d’uso, soffrono e vedono inclinare il loro mercato a causa di una contraffazione che agli occhi del consumatore s’infligge solo sul prezzo. In realtà, come ha dimostrato l’operato della Guardia di Finanza di Padova, i danni ricadono direttamente sulla salute dei consumatori e sui leali produttori padovani.
Gli investimenti che ogni anno noi stanziamo per garantire la massima sicurezza igienica, indispensabile per prodotti che tutti i giorni dovranno essere a contatto diretto con l’acqua potabile, arrivano al 20% del nostro fatturato. Chiaro che competere nel mercato con chi non considera minimamente queste problematica è difficile per una sana commercializzazione di prodotti legati all’utilizzo dell’acqua potabile.
Un messaggio che deve arrivare anche a tutti i cittadini come prevenzione: è indispensabile appoggiarsi a ditte certificate che garantiscano prodotti di qualità.
Per questo consigliamo tre veloci accertamenti per la scelta di prodotti che hanno a che fare con l’acqua potabile:
– Tutte le macchine devono rispettare le normative CE per la sicurezza (con prove per la compatibilità elettromagnetica realmente eseguite su ogni famiglia di prodotto) ed avere un proprio dossier di conformità Reach (regolamentazione europea per la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche).
– Controllare che l’azienda produttrice sia certificata Iso 9001 – Vision 2000 e che le sue realizzazioni abbiano ottenuto l’attestazione Tifq (Istituto per la Qualità Igienica delle Tecnologie Alimentari) di conformità al D.M. 174.
– Verificare che l’azienda, nel caso della produzione dei sistemi di trattamento per acque potabili, abbia una produzione completamente interna e sia iscritta ad Aqua Italia, il comparto di Anima (associazione meccanica di Confindustria) che raggruppa i principali produttori di macchine ed impianti dedicati alle acque, principalmente potabili
FRANCO CARLOTTO General Manager di Think:Water di Cittadella (PD), azienda produttrice di sistemi di trattamento d’acqua potabile