«Per tutelare le produzioni agroalimentari, soprattutto delle piccole e medie imprese, abbiamo bisogno di buoni accordi e in questo senso va la rafforzata partnership con la Cina»: è quanto ha affermato il Ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, intervenendo alla Luiss di Roma a un convegno dedicato al dialogo fra i due Paesi sulla sicurezza alimentare. «Abbiamo bisogno di stringere partnership sempre più forti – ha aggiunto – facendo leva sull’interconnessione profonda tra due esperienze agroalimentari straordinarie che hanno una storia millenaria».
Ed intanto il Made in Italy in Cina registra un balzo del +17% del valore delle esportazioni agroalimentari nazionali. È quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Istat del primo bimestre del 2017 dalla quale si evidenzia un riequilibrio nella bilancia agroalimentare con il gigante asiatico che riduce le esportazioni in Italia nel settore del -10%.
Vino italiano e concentrato di pomodoro cinese i due prodotti che gonfiano l’interscambio commerciale
A fronte di importazioni di prodotti agroalimentari cinesi per un importo di 638 milioni di euro per l’Italia il valore delle esportazioni, sottolinea Coldiretti, è stato infatti pari solo a 391 milioni nel 2016. Il prodotto Made in Italy più richiesto dal gigante asiatico, ovviamente, è il vino per un importo di 101 milioni di euro nel 2016 mentre il prodotto alimentare cinese più importato in Italia è il concentrato di pomodoro per un valore di 63 milioni di euro nel 2016 che, stando alle dichiarazioni degli industriali del settore, viene per altro nella sua maggior parte ri-esportato verso i Paesi africani che di concentrato fanno ampio uso.
La Cina ha fatto scattare in Europa ben 256 allarmi per prodotti alimentari pericolosi nel 2016 secondo il rapporto del sistema di allerta rapido dell’Unione Europea e si colloca, conclude Coldiretti, tra i Paesi più insicuri dal punto di vista alimentare.