La vice presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione, Colomba Mongiello, ha espresso un parere negativo sulle norme del codice penale italiano in materia di contraffazione agroalimentare. «Sono – ha detto la parlamentare PD – inadeguate a contrastare un fenomeno di dimensione globale, in cui sono forti gli interessi della criminalità organizzata». Lo ha affermato al termine dell’audizione, da lei stessa richiesta, dedicata all’olio extravergine d’oliva e che ha visto la partecipazione dei sostituti procuratore Aldo Natalini (Siena) e Carlo Antonio Savasta (Trani), del comandante del Comando Carabinieri Politiche agricole e alimentari Gianluca Dell’Agnello, del dirigente della Divisione di sicurezza agroalimentare del Corpo Forestale dello Stato Amedeo De Franceschi e del Capo del III Reparto-Operazioni del Comando generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti.
«Abbiamo verificato dalla testimonianza di chi è in prima linea nella guerra contro gli agro pirati – ha continuato Colomba Mongiello, che ha coordinato i lavori della Commissione ed è relatrice sul tema specifico – che l’attuale sistema normativo in materia di contraffazione agroalimentare non si è evoluto di pari passo con l’espansione dei traffici commerciali e con le innovazioni produttive».
Necessario aggiornare le tutele contro la contraffazione alimentare
Proprio questo mancato aggiornamento delle norme, sostiene la vice presidente Mongiello, mette i magistrati e le Forze dell’Ordine nell’impossibilità di agire efficacemente o di procedere per analogia con altri reati, con il rischio che inchieste di grande rilievo economico non producano esiti concreti. «Per paradosso – spiega – corre più rischi un amministratore di condominio che dichiari il falso nel verbale d’assemblea che un imprenditore che indichi nel portale del MiPAAF una falsa movimentazione d’olio. Proprio a vantaggio della filiera olivicola, la legge ‘salva olio’ ha dotato gli apparati dello Stato di strumenti, a partire dalle intercettazioni telefoniche, che hanno migliorato la capacità di prevenzione e repressione delle frodi alimentari. Un complesso normativo che andrebbe più diffusamente e puntigliosamente applicato».
Nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare è stato auspicato che alcune norme del ‘salva olio’ siano inserite nel codice penale per essere applicate a tutte le filiere agroalimentari. «Abbiamo potuto verificare con mano – conclude la vice presidente Colomba Mongiello – quale sia l’efficacia degli strumenti legislativi in dotazione a magistratura e Forze dell’Ordine e abbiamo assunto le informazioni necessarie per elaborare le proposte di miglioramento della normativa a tutela della qualità e della salubrità del cibo da sottoporre all’attenzione del Parlamento e del Governo».