L’Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali aderente a Confindustria, l’Anicav, ha duramente replicato ad un presunto ‘allarme’ lanciato da Coldiretti in un comunicato intitolato “+43% pomodoro da Cina, invade Italia”. Secondo l’organizzazione agricola “Dalla Cina si sta assistendo ad un crescendo di navi che sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano” e per dare ‘peso’ alla notizia, si parla di 100 milioni di chili di concentrato sbarcato in Italia nel 2016.
Anicav raddoppia questa cifra e scrive: “Importiamo circa 200.000 tonnellate (200 milioni di chili fa più effetto, n.d.r) di concentrato di pomodoro da diversi mercati mondiali, quali la Cina, gli USA, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, ma lo rilavoriamo e ne esportiamo più del doppio!”.
L’industria lavora il pomodoro fresco ‘in giornata’ ed è tutto Made in Italy
Il pomodoro che arriva sulle nostre tavole sotto forma di passate, polpe e pelati, assicura l’organizzazione industriale, è 100% italiano: pomodori pelati, passata, pomodorini e polpa possono essere prodotti solo da pomodoro fresco che deve essere lavorato in azienda entro 24/36 ore dalla raccolta. “Lavorare prodotto fresco proveniente da altri paesi – si legge in un comunicato Anicav – sarebbe impossibile per la distanza, oltre che antieconomico per l’impatto sui costi. Non c’è alcuna possibilità di trarre in inganno il consumatore: le aziende italiane trasformano mediamente oltre 5.000.000 di tonnellate (pari a 5 miliardi di chili, n.d.r.) di pomodoro fresco all’anno”.
L’import di concentrato è solo marginale ed è la metà del nostro export
Le statistiche di chi opera nella trasformazione del prodotto dicono che il consumo italiano di concentrato è pari a poco più dell’1,5% del mercato dei derivati del pomodoro. La produzione e la rilavorazione del concentrato è destinata essenzialmente al mercato estero, generando un volume di affari di circa mezzo miliardo di euro e qualche migliaia di occupati.
“Anicav – conclude il comunicato – ha sempre ritenuto fondamentale il dialogo con tutta la filiera per incrementare la produzione di qualità e favorire la conquista di nuovi mercati. L’industria è disponibile a qualsiasi ragionamento sulla trasparenza in etichetta, nella consapevolezza che una norma che vale solo per l’Italia avrebbe un’efficacia molto relativa. A testimonianza di ciò, la nostra richiesta è di estendere, a livello comunitario, l’obbligo di utilizzare esclusivamente pomodoro fresco per la produzione di Passata, così come già avviene in Italia”.