Non erano prodotti Made in Italy, ma prodotti arrivati direttamente dalla Cina e spacciati come italiani. I carabinieri del Nac, il Nucleo Antifrode di Roma, nell’ambito dei controlli sulla campagna di vinificazione 2012 e sulla tracciabilità del Made in Italy, hanno proceduto al sequestro di oltre 3.100 tonnellate di prodotto vinoso tra mosto e vino dichiarato come DOC/DOCG. In realtà il prodotto non era mai stato registrato sui documenti contabili di cantina e quindi era certamente destinato ad essere commercializzato “in nero”.
Sempre i Nac, ma questa volta in provincia di Napoli, hanno svolto una operazione nel corso della quale sono state sequestrate 4,5 tonnellate di concentrato di pomodoro. Questo proveniva dalla Cina ma in Italia era stato sottoposto ad alcuni procedimenti di lavorazione e per questo pretendeva di essere commercializzato come “Made in Italy”.
Tra le altre operazioni condotte dai Nac, sono state contestate sanzioni per oltre 700mila euro per carenze sulla tracciabilità e per indebita evocazione di marchi qualità. Inoltre sono stati sequestrati beni per oltre 350mila euro dovuti a finanziamenti comunitari illecitamente percepiti nell’ortofrutta.
Operazioni Nac: truffa alla UE a Salerno
A Salerno, invece, il Nucleo Antifrodi dei Carabinieri (Nac) ha individuato nella piana di Gioia Tauro (in rpovincia di Reggio Calabria) una truffa ai danni dell’Unione Europea per ben 650mila euro: l’accusa è quella di aver percepito illeciti finanziamenti comunitari nel sistema degli aiuti alla trasformazione industriale degli agrumi.
Le indagini del Nac di Salerno si sono avvalse dei riscontri documentali acquisiti dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), dalle aerofotogrammetrie del Territorio e dalla Banca Dati del Sistema Informativo Agricolo Nazionale. Ad emergere è stato un sistema truffaldino ben radicato e risalente al periodo 2005-2008 attraverso la fittizia dichiarazione all’Agea di 78 ettari di superfici coltivate per le campagne di trasformazione agrumaria e la redazione di falsi contratti di fitto attestanti il possesso delle superfici e l’assenza della documentazione di riscontro nel movimento merci dei prodotti dichiarati come destinati alla trasformazione industriale.
L’attività dei militari del Nac ha dimostrato, in particolare, che per la campagna 2005/06 e 2007/08 l’indagato beneficiario dei contributi comunitari, un produttore di San Ferdinando – titolare di alcune proprietà agricole anche nei comuni siciliani di Lentini, Ramacca e Palagonia – contrariamente a quanto dichiarato, di fatto, non aveva mai conferito alcun quantitativo di arance siciliane a cooperative agricole e all’industria di trasformazione. Tant’è che gli autotrasportatori non avevano mai effettuato alcun trasferimento di agrumi dalla Sicilia alla piana di Gioia Tauro.