Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano, in Lombardia la contraffazione e il mancato rispetto delle norme sulla sicurezza dei prodotti e sulla tutela del made in Italy, costa alle imprese oneste qualcosa come 3,4 miliardi di euro all’anno, ovvero circa 4 mila 200 euro per ogni singola impresa. La città di Milano, con il suo alto giro d’affari, rappresenta da sempre un’area molto ambita dal commercio ambulante in tutte le sue diramazioni, anche illegali. Lo testimonia la polizia locale che, dal 1° gennaio a oggi, ha controllato i 95 mercati scoperti in città e tutte le stazioni del metro portando a termine 1.700 sequestri penali, con 10 milioni di pezzi sequestrati. Solo che poi, in Procura l’80 per cento dei procedimenti per vendita di borse, cd, dvd, occhiali falsi di modesta quantità finiscono in un nulla di fatto: il tribunale è intasato, il lavoro è troppo. Si lascia correre. Così Milano detiene la maglia nera della vendita di «falsi» venendo nella classifica nazionale subito dopo Napoli e la provincia di Prato.
“Le forze dell’ordine presidiano il territorio, ma in questi casi le azioni più efficaci si ottengono stroncando le organizzazioni criminali alle origini – spiega l’assessore alla Sicurezza di Palazzo Marino, Marco Granelli -. I principali produttori di materiale contraffatto sono i cinesi: quella milanese è innanzitutto l’area del deposito all’ingrosso. In via Stephenson abbiamo trovato un deposito con addirittura 7 milioni di pezzi. Tutto materiale contraffatto importato direttamente dalla Cina”.