Consorzio Doc Prosecco, Consorzio DOCG Asolo Prosecco e Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco hanno dato vita nel 2014 alla società “Sistema Prosecco” con il primario obiettivo di una sempre più serrata lotta alla contraffazione. Ed i risultati sono subito arrivati e sono stati davvero importanti in forza di una concreta attività di monitoraggio internazionale, di contrasto a marchi che impropriamente utilizzavano il termine Prosecco con nomi imitativi o comunque evocativi, di azioni legali come quelle avviate, ad esempio, in Ucraina o in Moldavia. Fondamentale si è dimostrata soprattutto la stretta collaborazione con le Istituzioni italiane e internazionali dall’Interpol ed Europol all’Agenzia internazionale delle dogane, dal Mipaaf al Mise e soprattutto all’ICQRF, collaborazioni che hanno consentito a “Sistema Prosecco” il perseguimento della tutela del nome e del prodotto Prosecco nel mondo.
«Garantire la salvaguardia del Prosecco – afferma il Presidente Stefano Zanette – è una delle nostre priorità perché l’enorme successo conseguito a livello mondiale da parte delle tre denominazioni, ha determinato il proliferare di fenomeni dannosi. Nostro compito, come “Sistema Prosecco”, è cercare di preservare il consumatore e il mondo della produzione da tali rischi lottando affinché a livello nazionale e internazionale vi sia un corretto utilizzo del termine Prosecco».
Corre on line la più sfacciata falsificazione del Prosecco
Sono 400 le segnalazioni di irregolarità intercettate in Paesi quali Germania, Regno Unito, Polonia, Olanda, Austria, Irlanda, Svizzera, Croazia, Danimarca, Romania e Spagna. Nella maggior parte dei casi, le maggiori illegalità sono state riscontrate attraverso il commercio on line: sul venivano proposti prodotti simili o imitativi: in vendita c’erano il “Prosecco alla spina”, il “Prosecco in lattina” e anche il “Prosecco rosè”. Tutti prodotti assolutamente falsi e che nulla possono avere a che fare con il vero Prosecco prodotto nelle aree vocate del Veneto.
Uno dei Paesi maggiormente interessati dalla presenza di fenomeni lesivi del Prosecco è la Germania con la quale l’ICQRF ha siglato un protocollo d’intesa che permette a “Sistema Prosecco”, grazie anche al supporto del MIPAAF, di trasmettere le segnalazioni di eventuali condotte lesive alle stesse autorità tedesche chiedendone direttamente la correzione. Questo accordo consentirà di aumentare significativamente le attività di tutela in Germania. «Fin dalla sua costituzione – spiega Stefano Zanette, vestendo i panni di Presidente del Consorzio del Prosecco Doc (355 milioni di bottiglie nel 2015) – il Consorzio di tutela della DOC Prosecco ha compreso l’importanza della difesa degli interessi legittimi dei produttori e dei consumatori, vittime, molto spesso inconsapevoli, di illeciti capaci di minare fin dalle sue fondamenta una denominazione. Coniugando informazione e repressione cerchiamo di offrire le maggiori garanzie possibili sia ai nostri oltre 10.000 produttori, che con impegno e dedizione hanno fatto di un prodotto agricolo un’icona del Made in Italy, sia ai milioni di consumatori che nel mondo, con la loro scelta, premiano la qualità delle nostre produzioni».
Il segreto che nessuno potrà mai copiare è il legame con il territorio del Prosecco
«Il prodotto Prosecco – spiega Armando Serena, Presidente del Consorzio Vini Asolo Montello (5 milioni di bottiglie dati 2015) – in ogni bottiglia, rivela l’arte e la cultura del nostro territorio. A questi luoghi sono legati i nomi di Antonio Canova e Eleonora Duse, di Giosuè Carducci e Freya Stark. La denominazione racconta un patrimonio di bellezza e nobiltà dove cultura e coltura sono un connubio impossibile da replicare».
«Proteggere il nostro nome significa anche proteggere la storia e l’identità del nostro prodotto – sottolinea Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG (83 milioni di bottiglie nel 2015) – Infatti da più di tre secoli nei 15 comuni della nostra denominazione, la produzione del Prosecco è parte integrante della cultura del territorio. Oggi le colline tra Conegliano e Valdobbiadene, grazie ai filari che ne ricamano i pendii, per la loro unicità paesaggistica sono candidate a Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. La morfologia del territorio e la difficoltà a lavorarlo ha portato a definire eroica l’agricoltura tra le nostre vigne. Infatti le viti, coltivate tra i 50 e i 500 metri d’altitudine sono lavorate necessariamente a mano, a causa della pendenza che può raggiungere il 70%, orografia che rende di fatto impossibile il lavoro meccanico. Sono tutti elementi che hanno contribuito in maniera significativa al valore e al successo del Prosecco».