Vino, cioccolata e grassi vegetali (olio di oliva in particolare): sono questi i prodotti italiani che i cinesi amano di più. Queste sole tre voci incidono per il 73,5% nel paniere dell’export tricolore nell’immensa Cina. La speranza è che proprio questi prodotti siano i pilastri sui quali avviare l’inversione della bilancia commerciale tra i due paesi. Le esportazioni dei prodotti agroalimentari dal Belpaese al Paese del Dragone, pari a circa 250 milioni di euro, sono cresciute in valore del 30% (+66% per il solo settore primario), mentre sul fronte delle importazioni (590 milioni circa) i dati riportano una crescita più lenta, di poco superiore al +18%.
Nel 2011, in base ai dati elaborati dall’Ismea su fonte delle Dogane cinesi, l’Italia ha spedito in Cina 31 milioni di litri di vino per un valore di circa 68 milioni di euro. Si tratta di una quota ancora contenuta (6,5% in valore) che vede l’Italia solo al quinto posto tra i fornitori di vino in un mercato dominato dal prodotto francese (51,9%), ma che presenta potenzialità di crescita elevatissime. Basti pensare che dal 2009 al 2011 l’export di vini italiani in Cina è quadruplicato sia per volumi che per corrispettivi monetari.
L’Italia, come emerge dall’analisi Ismea, è in cima alla lista dei Paesi fornitori di cioccolata e altre preparazioni a base di cacao: la Cina ne ha importate complessivamente 31mila tonnellate per un valore di 165 milioni di euro. Di questi il 44% in valore e il 38% in volume sono di provenienza italiana.
Per quanto riguarda l’olio di oliva, che è il terzo prodotto tricolore più esportato a Pechino, l’Italia si colloca al secondo posto dietro la Spagna, con una quota di mercato che nel 2011 è però scesa in valore al 23,4% (era al 35% nel 2010), in una fase peraltro di forte crescita delle importazioni cinesi.