La Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, a Palazzo San Macuto, ha ascoltato l’allarmato appello di A.DI.CI per evitare rischi alla salute dei consumatori che acquistano prodotti stranieri contraffatti o con etichette fasulle. L’associazione Distretto Calza e Intimo (A.DI.CI), con sede a Castiglione delle Stiviere in provincia di Mantova, rappresenta circa 400 imprese che sviluppano l’80% del fatturato italiano del settore, il 70% della produzione europea e il 30% di quella globale per un’occupazione complessiva di oltre 7.000 addetti. Il presidente Luca Bondioli ha affermato nel corso dell’audizione: “Le calze che entrano sul mercato nazionale in alcuni casi non hanno addirittura etichette, o se le hanno dichiarano spesso composizioni in fibre e denaratura (pesantezza del prodotto ndr) non veritiere, facendo concorrenza sleale alle calze prodotte dalle aziende mantovane e bresciane. Riguardo alle sostanze chimiche utilizzate in produzione, le aziende del distretto rispettano scrupolosamente quanto previsto dalle normative, anche per poter esportare i prodotti sui mercati internazionali. Purtroppo constatiamo che per i prodotti importati non c’è certezza del rispetto in termini di standard di sicurezza e sottolineiamo la mancanza di controlli”.
La concreta proposta è quella di creare un Osservatorio nazionale dotato di poteri di controllo per frenare l’ingresso indiscriminato di prodotti sul mercato italiano e per tutelare la salute dei consumatori che potrebbero avere seri problemi nel caso siano stati trattati con sostanze pericolose, essendo prodotti che vengono e rimangono a contatto con la pelle per lungo tempo. Un grosso aiuto nell’immediato per le aziende nazionali che operano nel rispetto delle norme di sicurezza.