L’Italia punta a rafforzare la presenza dei propri vini nel mercato cinese. In quest’ottica il Comitato Grandi Cru d’Italia (i 100 migliori produttori della penisola), grazie al sostegno di Padiglione Italia Expo 2015 e ICE – Italian Trade Agency, ha organizzato il primo corso organico per professionisti cinesi ai quali insegnare tutti i segreti del vino italiano, in modo che possano formare altri professionisti in patria.
Per tre settimane, una trentina di professionisti cinesi ha seguito le lezioni di docenti e formatori dell’Università degli Studi di Milano e di AIS – Associazione Italiana Sommelier. Nell’ultima settimana di corso gli ‘alunni’ si sono dedicati a esperienze sul campo, presso le aziende socie del Comitato Grandi Cru. Per far conquistare al vino italiano il più importante mercato del mondo, sottolinea il Comitato Grandi Cru d’Italia, nel quale il nostro paese ha oggi una quota solo del 7% contro il 50% della Francia, sono essenziali la formazione e la divulgazione delle caratteristiche che il vino italiano ha, unico al mondo per rapporto prezzo-qualità e ricchezza di varietà. E l’Italia sul mercato cinese viene dopo non solo la Francia ma anche Cile, Spagna, Australia, mentre nel resto del mondo i vini italiani sono primi, come in Usa, oppure secondi, sempre in testa a testa con la Francia.
Professionisti cinesi a scuola per conoscere il vino italiano
Con questo progetto, spiega il Comitato, si pongono nuove basi per poter far capire che le tante varietà italiane, finora ostiche per i professionisti e per i consumatori cinesi, sono una ricchezza. Molto importante a questo scopo è la collaborazione avviata con i Comitati Provinciali creati dal governo cinese in ogni area del Paese, per accompagnare l’aumento esponenziale di fruizione del vino con programmi di educazione a favore di operatori di settore, per evitare che la continua crescita avvenga in maniera sconsiderata.
La selezione dei candidati per questo progetto è stata condotta dal Comitato insieme ai responsabili provinciali di questi enti, sotto la guida del Comitato Provinciale del Guangdong, ed ha portato alla creazione di una delegazione di professionisti, educatori, sommelier, importatori e giornalisti, tutti con ampia esperienza e un background solido nel mondo del vino internazionale. Altri corsi saranno organizzati nei prossimi mesi in modo da creare in Cina un nucleo di formatori che sviluppi la conoscenza e la notorietà del vino italiano. Sfatando innanzitutto il convincimento cinese che il vino sia nato in Francia. Mentre, sottolinea il Comitato, vi è arrivato solo con Giulio Cesare nel 40 dopo Cristo.