Nemmeno il rito più veneto si salva dall’invasione, nemmeno quel momento di socializzazione che caratterizza le piazze di città e paesi è al sicuro contro la contraffazione. Così è dovuta intervenire la Guardia di Finanza di Padova che ha assestato un duro colpo alla contraffazione dello “spritz”!
Gli accertamenti condotti dalle Fiamme gialle hanno consentito di beccare in flagranza nove baristi di Padova “spacciare” ai clienti per spritz all’Aperol un aperitivo preparato non con il noto distillato di mandarino, bensì con surrogati di sottomarca, dal costo medio del 50 e 60% in meno dell’originale. Il prezzo finale, nonostante l’utilizzo del finto Aperol, non variava.
Alcuni gestori sono stati scoperti dai berretti verdi mentre mescevano lo spritz versando direttamente dalla bottiglia di succedaneo, mentre altri lo facevano da una bottiglia di Aperol precedentemente riempita con il surrogato.
I 9 baristi padovani sono stati denunciati per frode in commercio in quanto la descrizione nel listino del locale dello “spritz all’Aperol” e il relativo prezzo non corrispondevano a quanto realmente servito al cliente. Ma il vero danno è quello all’immagine dell’aperitivo per antonomasia in Veneto e, ancor di più, a Padova, fulcro del rito preserale che porta centinaia di studenti universitari a invadere le piazze e i vicoli del centro storico (e magari anche alla loro capacità di distinguere un bicchiere ‘buono’ da quelli contraffatti).
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