La Pitina è un prodotto a base di carni ovicaprine o di selvaggina ungulata, conservata grazie a un processo di affumicatura e ad uno strato protettivo di farina di mais: da ora potrà essere prodotto esclusivamente nel territorio dei Comuni di Andreis, Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto Casso, Frisanco, Maniago, Meduno, Montereale. È stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale di protezione nazionale transitoria per la Pitina Igp. Atto ‘transitorio’ in quanto la tutela vale solo a livello nazionale, in attesa del completamento dell’iter del fascicolo già inoltrato per la registrazione da parte della Commissione Europea di Bruxelles.
Sarà l’istituto di San Daniele che vigilerà sul rispetto del disciplinare
Comunque è valida fin da ora la protezione dell’indicazione geografica “Pitina” e la legittimità dell’uso della denominazione da parte dei produttori che rispettano il disciplinare. «In meno di un anno – commenta l’Assessore regionale alle politiche agricole e forestali, Cristiano Shaurli – abbiamo rimesso in moto l’iter burocratico e portato a casa un risultato inseguito per parecchi anni. Ci auguriamo ora di trovare la stessa sintonia anche a Bruxelles».
Soddisfazione per il risultato raggiunto viene espressa anche da Francesco Ciani, direttore dell’INEQ (Istituto Nord Est Qualità) di San Daniele, organismo preposto alla verifica del rispetto del disciplinare da parte dei produttori: «La Pitina Igp – sottolinea – entra a far parte di una ristretta rosa di prodotti di eccellenza della nostra Regione che comprende le Dop Prosciutto di San Daniele, formaggio Montasio, olio Tergeste, Brovada e la Igp Prosciutto di Sauris».