Il sistema di etichettatura ‘a semaforo’ in vigore in Gran Bretagna è già messo in discussione dagli stessi consumatori del Regno Unito, che vanno in confusione di fronte alle nuove etichette. Come è noto il sistema distingue i cibi in base al loro contenuto di zuccheri e grassi, senza considerare però l’insieme della dieta ed è da tempo oggetto di pesanti critiche da parte dei Paesi mediterranei. Sono proprio alcune specialità come i formaggi, l’extra vergine e i salumi italiani a venire pesantemente penalizzati da un sistema di etichettatura fin troppo semplicistico.
Ora un sondaggio realizzato da You Gov per il Chartered Institute of Marketing rileva che la maggior parte degli inglesi dice che ha capito benissimo come funziona l’etichetta ‘a semaforo’, ma poi alle domande risponde male. Il 76% dei consumatori dice di aver capito il sistema a semaforo ‘bene’ o ‘più o meno bene’. Solo che il 67% è convinto che i prodotti che hanno tre bollini rossi vanno evitati totalmente, quando non esiste alcuna indicazione che sostenga questa tesi. Il 37% sostiene che può essere consumato un solo prodotto al giorno che abbia un bollino rosso. E soprattutto oltre il 50% afferma che se si mangiano solo prodotti con bollini verdi si ha una buona dieta. A essere penalizzati, quindi, sarebbero i prodotti “naturali”, come il formaggio e l’extra vergine, ma non quelli “industriali” come i pop corn o gli alimenti poveri di grassi ma ricchi di conservanti.
‘Semaforo’ inglese: intanto però l’Europa ‘tedesca’ tentenna
Il sondaggio quindi manifesta un paradosso contro cui si schiera anche Clare Cheney, direttore generale della Provision Trade Federation che afferma che questo sistema «porterà i consumatori a evitare del tutto prodotti come formaggio, latte, salsicce e bacon, che invece, secondo la stessa sanità inglese, fanno parte di una dieta bilanciata». L’etichetta ‘a semaforo’ piace sempre meno anche ai tecnocrati di Bruxelles secondo cui violerebbe il diritto comunitario e la libera circolazione delle merci.
L’Italia, capofila della protesta portata avanti da ben 17 paesi, si è appellata all’art. 35 del regolamento UE 1169/2011, il quale prevede che ogni sistema di etichettatura addizionale debba essere obiettivo, non discriminatorio e non debba creare ostacoli alla libera circolazione dei prodotti. La linea italiana avrebbe fatto breccia negli uffici della Commissione, ma non ancora in Germania, dove la forte industria alimentare starebbe spingendo per mantenere il più a lungo possibile l’etichetta a semaforo e così rubare quote di mercato ai prodotti agricoli e alimentari mediterranei. Non è quindi un caso che la Germania ha fatto sapere ai partner europei che sarebbe prudente attendere l’esito degli accertamenti e dell’indagine ricognitiva ad opera della Commissione che tuttavia presenterà un rapporto solo nel 2017. Il Commissario alla salute Tonio Borg si è invece detto favorevole a discutere l’avvio di una procedura di infrazione nei confronti del Regno Unito subito dopo le consultazioni elettorali europee, quando la presidenza di turno dell’Europa sarà italiana.