Prodotte in Georgia vendute dalla Romania attraverso l’Olanda e sequestrate dalla GdF di Treviso
La Guardia di Finanza del Comando provinciale di Treviso ha sequestrato 8.092 bottiglie di vodka con marchi contraffatti di due aziende, in diverse località del territorio nazionale. Il sequestro principale è avvenuto nel trevigiano: è emerso che gli alcolici erano stati venduti anche ad altri operatori economici in tutta Italia per cui sono scattati ulteriori sequestri nelle province di Vicenza, Cremona, Pesaro, Napoli, Salerno, Campobasso, Crotone, Cosenza, Reggio Calabria.
Attraverso una serie di perquisizioni e sequestri nelle province di Milano, Torino e Roma, i finanzieri del Gruppo di Treviso hanno poi tracciato la vendita di altre 21.466 bottiglie di vodka a numerosi commercianti di diverse regioni, nei confronti dei quali sono ancora in corso approfondimenti con l’obiettivo di sottrarre dal mercato i prodotti contraffatti ancora disponibili per la vendita per un giro d’affari complessivo stimato in oltre un milione di euro.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Treviso, hanno avuto origine da una segnalazione dell’Ufficio Europeo per la Lotta antifrode, arrivata tramite il II° reparto del comando generale della guardia di finanza. Sono così scattati immediatamente i controlli dei finanzieri trevigiani che, grazie alla collaborazione degli uffici legali delle due aziende produttrici, vittime della contraffazione, hanno verificato la falsificazione dei contrassegni sulle etichette delle bottiglie e ricostruito l’intera filiera commerciale della vodka contraffatta, prodotta in Georgia e venduta da un’azienda romena ad alcuni importatori con sede a Milano e Torino, che la hanno introdotta in Italia tramite un deposito fiscale olandese.
«Complimenti a tutti gli inquirenti e alla Guardia di Finanza per un’operazione importante, che ha individuato un’ingente quantità di bottiglie di vodka contraffatta – è il commento del Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia – Hanno fatto un ottimo lavoro. Il danno procurato al mercato degli operatori onesti è quantificato in un milione di euro, cifra di per sé significativa. A questo, come sempre, si aggiunge la preoccupazione per la qualità degli alimenti contraffatti che, in questo come in altri casi, arrivano al consumatore ignaro».