La contraffazione non conosce frontiere ed è quindi naturale che abbia sposato l’altro fattore per sua natura senza frontiere della nostra vita quotidiana: internet. Il giro d’affari per i prodotti contraffatti è sicuramente già molto elevato, ma è praticamente impossibile da monitorare: i siti sui quali si possono acquistare prodotti contraffatti sono collocati i Paesi stranieri dove ci sono pochi controlli, spesso “rimbalzano” da un continente all’altro, sempre fanno capo ad organizzazioni che hanno mutuato la propria struttura dalle più agguerrite società criminali.
Su internet è possibile ordinare finte Nike, Adidas o Hogan (ma anche Gucci, Burberry, Chanel solo per fare qualche esempio tra quelli scoperti più di recente) pagandole fino ad un sesto del prezzo pieno: ultimissimi modelli copiati abbastanza fedelmente da non permettere a chi acquista solo fidandosi della foto su Internet di valutare la qualità del prodotto. Ma sul mercato telematico finiscono anche prodotti meno classici: ecco allora batterie e pile, pezzi di ricambio per le auto e anche i farmaci (viagra, clialis e botox).
Certo, chi compra a questi prezzi, così evidentemente irrealistici rispetto ai listini delle case, sa di non avere un prodotto originale, ma altrettanto accade a chi compra su certe bancarelle dei mercati rionali o dagli ambulanti sulle spiagge. E con l’avanzare della crisi economica, l’attrattività di un prezzo stracciato potrà farsi sentire sempre maggiormente. Per questo, forse, è il caso di puntare sull’educazione civica del consumatore e di spiegare di più e meglio che acquistare merce contraffatta da un lato significa alimentare un mercato parallelo, spesso in mano alla criminalità organizzata che sfrutta mano d’opera, anche infantile, a basso costo. Dall’altro lato che i prodotti contraffatti sono repliche realizzate al minor costo possibile, a rischio rottura, con materiali, vernici, colori, collanti, fuori legge e che pertanto possono essere pericolosi per la salute di chi compra e di chi utilizza questi prodotti.