Maxi frode alimentare scoperta dai Carabinieri della Forestale di Serravalle di Chieti, in provincia di Macerata: sei mesi di indagini hanno portato alla luce una frode di prodotti aromatizzati al tartufo venduti sul web da un cinquantina di aziende che operano in tutta Italia. Le etichette dei “condimenti al tartufo” presentavano immagini di tartufi, mentre nei condimenti c’era solo una sostanza aromatizzante sintetica.
Coinvolte sono risultate ditte in Toscana, Molise, Liguria, Umbria, Campania, Calabria, Abruzzo, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. La frode alimentare era condotta da parte di un gruppo di ‘furbetti dell’e-commerce’ che proponevano prodotti, che in realtà del tartufo avevano solo il profumo, e persino di quello era artificiale: olii, condimenti, salumi e salse posti in vendita attraverso il web da numerose aziende operanti in tutto il territorio italiano.
Il prodotto contraffatto non provocava alcun danno alla salute dei consumatori (solo al loro portafoglio)
Tra le aziende che proponevano i “condimenti al tartufo”, meglio conosciuti come “olii tartufati” anche una nota multinazionale dell’agroalimentare italiano. Le etichette di tali prodotti presentavano nella parte frontale immagini accattivanti di tartufi in bella vista, mentre il tartufo all’interno dei “condimenti” risultava totalmente assente.
Dentro le confezioni infatti il tartufo era sostituito da una sostanza aromatizzante di origine sintetica, il ‘bismetiltiometano’, che conferisce un’aroma penetrante e volatile agli alimenti nei quali viene impiegato, imitando grossolanamente le fragranze naturali dei tartufi pregiati. In Italia l’utilizzo del ‘bismetiltiometano’ è assolutamente legale e non rappresenta alcuna minaccia per la salute dei consumatori. Ma, ovviamente, deve essere correttamente dichiarato: invece le etichette dei prodotti posti sotto sequestro erano ingannevoli e fuorvianti per i potenziali acquirenti, perché evocavano il tartufo naturale attraverso foto e false descrizioni.