Il principale settore che nel primo trimestre del 2017 è risultato essere trainante per l’export agroalimentare italiano è stato quello delle bevande alcoliche, dal vino alla birra ai superalcolici. In particolare, tra gennaio e marzo è stato registrato un incremento tendenziale di 151 milioni di euro, corrispondente al +12.3%, a fronte di crescite meno favorevoli sia della media dei concorrenti europei, fermi al +5% in euro, sia di quelli mondiali che non hanno superato il +6.9% in euro.
Nei valori destagionalizzati, il primo trimestre dell’anno ha registrato un nuovo punto di massimo dei livelli delle esportazioni del settore, pari a circa 1.7 miliardi di euro dimostrando una performance di crescita decisamente più dinamica della media dei concorrenti UE e del resto del mondo, ed al tempo stesso una più forte capacità di penetrazione dei mercati di destinazione, siano essi maturi o emergenti. Particolarmente vivaci le esportazioni negli Stati Uniti, Regno Unito, Svizzera, Canada e Russia.
Dal 2000, più che raddoppiato l’export di dolciumi italiani rispetto al resto d’Europa
Nello stesso periodo un altro comparto che ha dimostrato una dinamica espansiva molto rilevante è quello definito ‘Confectionery’ che comprende lo zucchero, la cioccolata, i dolciumi e i gelati. L’incremento tendenziale dell’export tricolore è stato del +7.1% in euro, a fronte di una crescita media dei concorrenti europei del +2.8%.
Il prodotto italiano allarga ulteriormente la ‘forbice’ favorevole nelle performance delle esportazioni italiane rispetto a quelle dei concorrenti UE28: fatto 100 il valore medio annuo in euro delle vendite all’estero nel 2000, l’export italiano è arrivato nell’ultimo trimestre ad un valore medio annuo di 302 (più che raddoppiato, quindi, rispetto ad inizio secolo), a fronte di un valore di 221 per l’export dell’insieme delle imprese UE28.